Libero Contributo – PROFUMO, SEMBRA IL VINCITORE.

“Ma voleva quel posto subito e perciò ha detto il contrario della verità e il suo partito gli ha creduto. Poi, adesso, la verità è chiara a tutti”. Questa frase oggi la scrive Scalfari a proposito di Renzi, ma nulla vieta che noi la si possa utilizzare per Valentini. Orami la città si rende conto dalla inconsistenza dell’ex sindaco di Monteriggioni e come a dirigere i giochi sia ancora Ceccuzzi. Pensandoci bene dopo aver letto l’editoriale della Ruscitto e gli articoli di Carlo Regina, anche la figura del vicesindaco Mancuso andrebbe meglio messa a fuoco. Ceccuzzi e il vecchio potere non potevano candidarsi a governare la città dopo le vicende senesi e quelle di Salerno. Quindi andava trovata una figura di raccordo che all’ombra del “nuovo” ne condizionasse le scelte. Meglio se nominato e così è stato. Se poi la nomina è alla carica di vicesindaco, allora il quadro è perfetto. Non so perché, ma mi ricorda qualcuno che all’ombra di persone con responsabilità dirette ha fatto una grande carriera.

Ma veniamo ai fatti di queste ore, tralascio la vicenda dell’intervista alla Nazione del Valentini, perché inutile; la sola cosa da rimarcare è la recidività sulla cretinata del complotto. Ma parliamo della Mansi e del Totaro, prima giocando e poi seriamente. Giocando: se l’opposizione vuole distruggere Siena dica che è contraria, perché così fa nominare Totaro presidente, se vuole bene a Siena dica che è favorevole così la maggioranza non lo nomina.

Pierluigi Piccini
Pierluigi Piccini

Parliamo seriamente: Totaro sarà, sicuramente, nominato presidente perché facendo rinunciare la  Mansi i vincitori sono Profumo e Ceccuzzi. Per l’ennesima volta Valentini fa quello che gli ordina Ceccuzzi e lo fa per poterci continuare ad angustiare con le sue infinite esternazioni. Per Valentini è sufficiente questo: fare il sindaco bamboccio. L’ex sindaco di Monteriggioni pensa, per i trascorsi sindacali nella CGIL che Totaro, risponda a lui nella gestione della Fondazione. Con un piccolo particolare, però, che Totaro lo sostituì a segretario della Fisac proprio perché, Valentini, aveva dimostrato tutta la sua inadeguatezza a ricoprire quell’incarico. Totaro, come Pieri risponde a Ceccuzzi. Se fosse vero che la Fondazione può nominare il presidente della Banca Monte, così come stabilito dal patto di sindacato, allora la Mansi deve essere sostituita. Perché non avrebbe mai nominato Profumo. Il partito vuole Profumo e Profumo ha vinto. Valentini che non lo sopporta, perché non se lo fila neppure di striscio, si deve adeguare altrimenti saltano le maggioranze in Comune. Et voilà les jeux sont faits. Tutto il resto non conta come, ad esempio, la mancata convocazione di un consiglio comunale, inutile del resto, per discutere della Fondazione. Ciò che emerge è, ancora una volta, il sistema di potere che dietro l’apertura alla società fatta dal nuovo statuto della Fondazione si dimostra più arrogante di sempre. Ciò che viene a galla è un Valentini super uomo di partito, debolissimo, che recita la parte del sindaco. Senza che si riesca a distinguere quale sia quello vero, se il signore seduto nel palco o il goliardo sul palcoscenico. L’operetta va in scena, come ogni anno, sostituendosi alla realtà.

Alla Mansi, che non conosco e se le notizie della Stampa sono vere, vorrei dire: non se la prenda! A torto o a ragione da questa vicenda lei ne esce a testa alta. Questa, le posso assicurare, è la cosa più importante. In più, credo che lei sappia perfettamente la situazione economico, finanziaria della Fondazione e come non abbia nulla da perdere andandosene, anzi. Come sempre, però, ciò che rimane in fondo al setaccio, è la cattiva politica che anche in questo caso sta recitando un ulteriore pasticciaccio di cui Siena, con molta probabilità, ne farà le spese.

Pierluigi Piccini

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