Prima del Palio ho ricevuto questo articolo dal giornalista Edmondo Dantès. Lo propongo oggi dopo il Palio… Buona lettura
Caro Santo,
impegnato con i disastri inglesi, non ho potuto seguire quelli ben meno importanti senesi. Ma mi hanno linkato l’articolo del prof. Aldo Berlinguer sulle meraviglie “sussidiarie” di Siena e ho letto qualche post dell’Eretico. Così diversi e ben diversamente meritevoli, i due sono da appaiare per giudicare Siena dall’estero e da un esterno quale io sono.
C’è in entrambi un aspetto sciagurato di Siena.
In Berlinguer è una svolta che è difficile non dire una sorpresa dolosa. L’abdicazione a qualsiasi fuzione critica dall’unico(?) intellettuale ora favorito dalle nomine MPS.
Come “Campo delle idee” e simpatizzate di IdV (corre voce che qualcuno lo volesse addirittura come sindaco!) era un critico quasi lucido dall’interno del centro-sinistra, mi dicono quelli che lo hanno seguito negli incontri pubblici. Rinnovare, rinnovare, dicevano. L’hanno messo alla fine in una banca e ha subito ringraziato con il suo peana sul “Corriere di Siena”. Un pezzo che definire caramelloso, come ha fatto un vostro illustre concittadino mandandomelo per eccitarmi, è poco.
C’è la finta meraviglia per una Siena che non è più e l’invito a celebrare una Siena oleografica che neppure un lupo che ha digerito di tutto come Barzanti potrebbe mandar giù.
Che un professore così autorevole, peraltro nel poco celebrato trentesimo del discorso “morale” di suo cugino sui rapporti perversi politica-economia-istituzioni, si pieghi a tanto è pessimo segno. Non solo per lui. Per Siena che lo ha sopportato nel silenzio, che io sappia. Grazie, Brambillina, continua a “divertire” dai discorsi seri.
Quella Siena sussidiaria in realtà ha funzionato non solo per la civiltà plurisecolare suoi cittadini, ma ANCHE perché c’erano i milioni (di euro) della Fondazione. Mangiati quelli, con amministratori così deboli come funzionerà? Il dubbio non lo sfiora neppure.
L’Ascheri per parte sua fa cascare le braccia non solo con le sue ironie sulla Meloncina, che sono troppo facili. Ovvie. Più che altro meraviglia con il suo livore per il Ceccuzzi. Diamine, se non si è laureato che male c’è? I laureati di danni non ne hanno già fatti abbastanza? I suoi Mussari e Cenni sono laureati eppure qualche problema l’hanno creato, o no? Ma poi non si vuol superare il valore legale del titolo? Barzanti e Boldrini non li avete come esempi illustri di capacità, pur molto diverse, anche senza laurea?
Ma è l’insistenza su Siena che meraviglia. Uno scrittore che si è dimostrato così sveglio che interesse può ancora avere per Siena? Lo può avere un esterno come me, alla ricerca delle patologie italiane, ma che lui insista sempre sugli stessi temi mi sembra un altro esempio della crisi senesi. Rivoltolarsi su se stessi.
Sveglia, gente, i giochi sono fatti.
In gran parte per il paese e l’Europa stessa. Figuriamoci per una città che si è venduto il suo tesoro finanziario! Andare al mare o a frulla’, come dite voi, mi sembra molto più saggio.
Edmondo Dantès
