Lettere a IL SANTO – Marco Falorni: ” Istruzioni per l’uso: le liste civiche sono solo locali. Quelle nazionali sono partiti…”

RICEVO E PUBBLICO

Caro Santo, vorrei condividere alcune riflessioni con gli amici del blog.

1)    Rivalutiamo la Prima Repubblica.La cosiddetta Prima Repubblica ci ha dato una generazione di politici mediamente più che accettabile, ed ha prodotto pure alcuni statisti, mentre la quantità di ladri di polli è stata relativamente contenuta. La successiva Seconda Repubblica, nata sull’onda di un giustizialismo becero che mi ricorda qualcosa di attuale, ha prodotto una generazione di politici mediamente di basso livello, senza neppure uno statista, e con una quantità industriale di ladri di interi pollai. Ma ricordiamoci che questi politici sono stati espressi, e spesso votati, dai cittadini, che dunque non devono prendersela con il destino, ma con loro stessi.

Marco Falorni di IMPEGNO per Siena

2)     Rivalutiamo i partiti di una volta. Nella Prima Repubblica i partiti erano una cosa seria, con volontari tutto l’anno, e non solo salsicciari, organismi funzionanti, un certo livello di formazione e congressi veri, in cui chi vinceva governava ma lasciava respirare anche gli altri, e chi perdeva stava in minoranza e si preparava per la prossima volta. Nella Seconda Repubblica, invece, i partiti, tutti, sono diventati aziende, in cui il padrone di turno decide e il gregge o si adegua o viene politicamente sterminato. Così i congressi, quando (raramente) ci sono, non sono veri e le eventuali minoranze hanno la sola alternativa della scissione.

3)    Non spariamo sui partiti, nonostante tutto. Ve lo dice uno che crede nelle liste civiche: se i partiti non ci fossero, sarebbe anche peggio, perché la casta farebbe ancora di più il proprio comodo, in tutti i vari enti, con tanti saluti alla democrazia. Che i partiti, in Italia, siano in una situazione fra il ridicolo e il tragico, è sicuro, e a Siena tale situazione è ancora più vera, però i partiti vanno cambiati o rifondati, non aboliti. Istruzioni per l’uso: le liste civiche sono solo locali. Quelle nazionali sono partiti.

4)    L’antipolitica non risolve i problemi. La protesta contro i partiti è giusta, la proposta è finora inconsistente. Non si può fare di ogni erba un fascio. L’antipolitica non risolverà un solo problema, neanche piccolo. E’ solo la politica che, oltre a crearli, i problemi può anche risolverli, o almeno affrontarli. Ribadisco che la politica non è solo la gestione del potere. C’è politica e politica, di potere e di servizio, di maggioranza e di opposizione seria. E ribadisco che il politico, sia pure di campagna, non si improvvisa. Il primo che passa, catapultato nella stanza dei bottoni, farà solo disastri. I cittadini devono stare attenti a chi ci mandano, nella stanza dei bottoni, ma dovrà essere comunque qualcuno con un minimo di esperienza, e di consapevolezza di ciò che lo aspetta.

5)    Ogni popolo ha il governo che si merita. E’ indiscutibile che anche i senesi, come ogni altro popolo, hanno avuto il governo che si meritavano (quello del PD, con le conseguenze disastrose che sono sotto gli occhi di tutti), hanno ancora il governo che si meritano (quello del commissario, perché il disastro era tale che alternativa non c’era), ed avranno quello che si meriteranno (molto semplicemente: o il governo del groviglio armonioso, o quello della coalizione, speriamo davvero grande, che qualche irriducibile tenta faticosamente di formare).

6)    Ora scoprono tutti le liste civiche. Per le prossime elezioni comunali si prevede una indigestione di liste civiche, alcune più o meno credibili, qualche altra decisamente camuffata. Forse il solo PD, o quel che ne resterà, si presenterà con il suo simbolo. Personalmente, come si può facilmente capire, non ho davvero niente contro le liste civiche, ma nello stesso tempo difendo anche i partiti e più in generale la necessità, per tutti, e il diritto, per me come per gli altri, di fare liberamente politica, e non antipolitica.

7)    I puritani arrivano dopo la musica. Come ben sai, caro Santo, che nel sistema dei partiti c’era qualcosa che non andava il sottoscritto (senza montarsi la testa per questo) l’aveva capito per tempo, tanto che nel 2006, insieme ad un gruppo di amici, fondai una lista civica, Impegno per Siena. Sai bene, caro Santo, lo spirito che ci animava, le lotte che abbiamo fatto, le offese che abbiamo subìto, per esempio quando ci davano dei disfattisti, dei qualunquisti, dei populisti e via dicendo. Purtroppo avevamo ragione. Anzi, se qualche errore l’abbiamo fatto, è stato per difetto: il disastro è stato superiore a quanto avevamo fin troppo facilmente previsto, e superiore perfino ad ogni immaginazione, e il peggio (ve lo dice un sincero ottimista, ma spero non sprovveduto) ha da venire. Ciò che è inaccettabile è che i civici per opportunismo, o gli antipolitici, o i puritani dell’ultima ora ci vengano a spiegare che cos’è una lista civica, come si fa opposizione o come si deve amministrare (magari senza aver mai amministrato nemmeno un condominio).

8)    Impegno per Siena c’è ancora. Mentre altre liste civiche sono tramontate o stanno tramontando, mentre altre ancora, di diversa credibilità, stanno nascendo, Impegno per Siena c’era, c’è stata e c’è ancora, ha un simbolo, ha un sito internet (www.impegnopersiena.com), una sua piccola struttura, ed un piccolo gruppo di amici che continuano a voler bene a Siena e forse, incredibilmente, ancora con la voglia di impegnarsi per la città. Vedremo. Ma fin d’ora rimandiamo al mittente le prediche dei predicatori da qualunque parte vocianti. Accettiamo consigli, suggerimenti, confronti di idee, anche critiche, ma non accuse gratuite o sentenze.

9)    Una missione “impossibile”, o quasi, che pure deve essere affrontata. Chi amministrerà la città dal 2013 sarà, lo ripeto, da compatire (perché non troverà soldi, ma debiti) e da aiutare (perché le aspettative dei cittadini saranno massime, e le scelte quasi tutte obbligate, ed alcune sicuramente impopolari). Per affrontare immediatamente una situazione difficilissima, per rimotivare e razionalizzare una macchina comunale pure dotata di buone potenzialità, per dare alla città stimoli a fare e a fare bene, punti di riferimento e alcune indispensabili certezze, serviranno una squadra di governo, ed una maggioranza consiliare, dotate certo dei requisiti di impegno, serietà, coerenza, onestà, ma anche di notevole esperienza, e di una certa dose di carisma, con un mix di volti “vecchi”, ma senza scheletri nell’armadio, e di volti nuovi (senza che ciò sia da intendere solo in senso anagrafico), con una forte presenza di donne, che in fatto di genio e intuito, mediamente, hanno qualcosa in più. Insomma, non servono i perfetti (che non esistono), non servono i marziani (chi fa finta di esserlo è pericoloso), servono le persone perbene, con una storia personale e politica rassicurante.

10)  Chi è contento del “groviglio” si accomodi. Le considerazioni del punto precedente, sono valide se a vincere sarà il candidato sindaco espresso dalla coalizione politica (non antipolitica) che si opporrà al groviglio armonioso. Se poi, nonostante tutto, gli elettori senesi si sentono soddisfatti dei risultati prodotti dal groviglio armonioso, non hanno che da continuare a votare PD (o Siena Futura, o SEL e satelliti vari, compresa qualche lista civica civetta in corso di formazione).

Ti ringrazio, caro Santo, per l’ospitalità e per tutto quello che continui, quotidianamente, a fare.

Marco Falorni

13 replies to “Lettere a IL SANTO – Marco Falorni: ” Istruzioni per l’uso: le liste civiche sono solo locali. Quelle nazionali sono partiti…”

  1. Cit….”E ribadisco che il politico, sia pure di campagna, non si improvvisa. Il primo che passa, catapultato nella stanza dei bottoni, farà solo disastri”.

    Cioè, le persone non hanno le capacità per imparare le cose e giungerVi, l’impegno l’onestà, le capacità non contano devi aver fatto Politica…quindi in sintesi i soliti noti o mi sbaglio?..gli altri tagliati fuori

    😦

    Avrò letto male

    1. Chany :Cit….”E ribadisco che il politico, sia pure di campagna, non si improvvisa. Il primo che passa, catapultato nella stanza dei bottoni, farà solo disastri”.
      Cioè, le persone non hanno le capacità per imparare le cose e giungerVi, l’impegno l’onestà, le capacità non contano devi aver fatto Politica…quindi in sintesi i soliti noti o mi sbaglio?..gli altri tagliati fuori
      Avrò letto male

      No, hai letto bene.

  2. molto ragionevole, come varie cose scritte dall’Ascheri tempo fa e da altri; io ritengo un partito anche una lista civica; sono diversi per un problema di stabilita’? ci sono partiti congiunturali a iosa non vi pare? il problema e’ come mettere assieme gli anti-sistema se continuano a lavorare separati come ora, caro Falorni. Che proposte fa lei?
    Il M5S ci puo’ chiarire come intende procedere per trovare il candidato?

  3. Condivido in parte l’analisi di Marco Falorni anche se ritengo un po’ superficiale, forse per esigenze editoriali, la sua visione idilliaca della “Prima repubblica”, caduta miseramente sotto il bubbone della corruzione e del clientelismo che ancora oggi tutti noi paghiamo.

    Alla politica degli “ideali” si è sostituita una politica di solo marketing becero e volgare che, invece di provocare un senso di nausea diffuso, spesso vede solo l’adulazione del “leader” di turno e l’idea che è necessaria una “leadership forte” per governare: un Re e la sua corte, con noi relegati a servi della gleba.

    Il disastro che è avvenuto negli ultimi anni è stato causato da un “accordo” tra queste forze politiche che, pur di mantenere la poltrona ben salda sotto i loro sederi, hanno accettato e condiviso di tutto (conflitto di interessi, liste bloccate…) per arrivare alla sospensione “soft” dell’ordine democratico che stiamo vivendo in questi mesi sotto il governo Monti (che nessun elettore italiano, lo ricordo, ha votato).

    Sono convinto dell’idea che il futuro della politica debba ripartire dal basso, attraverso VERE liste civiche, unica e viva espressione della volontà popolare. Ma le liste civiche non devono, in quanto tali, abdicare alla loro identità accettando nelle loro fila personaggi della vecchia politica con la scusante dell’esperienza. Esperienza in cosa ? Nel fare “inciuci” ? Nell’avere le “conoscenze giuste” ? Nel falsificare i bilanci ? Nell’assegnare consulenze all’amico dell’amico ?

    Per amministrare il bene comune ci vuole prima di tutto onestà, umiltà e senso etico: qualità estremamente rare nella classe politica odierna. E ci vuole la volontà di finirla con questa mentalità mafiosa che ha ucciso la meritocrazia in nome del clientelismo.

    Il futuro di Siena sarà molto duro ma solamente cambiando il paradigma si potrà risalire la china. Altrimenti resteremo impantanati nella palude dove ci troviamo ormai da troppi anni.

    “Se farai sempre le stesse cose, otterrai sempre gli stessi risultati”

    1. Bisogna stare attenti anche a non fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono politici senesi che per anno combattuto il sistema e che non hanno mai fatto inciuci con nessuno. Ce ne sono pochi ma ce ne sono!! Un saluto

      1. Per carità ! Non credo di aver mai detto che tutti i politici sono uguali e coloro che hanno saputo tenere la “testa alta” hanno tutta la mia stima e solidarietà. Il vero problema, secondo me, sono i soldi pubblici ai partiti, che hanno reso queste strutture degli strumenti di potere abdicando all’onorevole ruoto di rappresentanza della società. Togliamo i soldi pubblici ai partiti e vedremo chi veramente avrà la forza e la volontà di spendersi per la collettività !

      2. Mauro Aurigi :

        I nomi, per favore, Non ne conosco nessuno, e vorrei congratularmi con loro.

        Guardi Aurigi ne conosco almeno tre che per ora hanno fatto il loro senza sconti. Uno si è ritirato edè VITTORIO STELO, l’atro lo conosce bene è MARIO ASCHERI e poi c’è MARCO FALORNI. Non si può essere d’accordo con loro, ma non gli si può negare il fatto di avere fatto opposizione. Devo citare anche ROMOLO SEMPLICI, che non è mai stato eletto ma negli anni ha sempre lottato contro la CASTA. Poi c’è Lei che come ROMOLO non è mai stato eletto ma non mi pare che abbia fatto sconti a nessuno!!!

  4. “Chi sa fa… chi non sa insegna…”
    Purtroppo a Siena di gente cosi ne esiste molta… tutti bravi ad insegnare ed a trovare cure alle quali poi bisogna inventare il male.
    Siena ha creato il suo potere nei secoli, solo con l’aiuto dei Senesi stessi e delle loro capacità…
    Spedali, Montis Pascorum, Buon governo… non sono cose ne della prima ne della seconda repubblica.
    Ritengo giusto che tanti, che adesso hanno riscoperto il “riciclaggio politico” abbiano il buon gusto di fare un passo indietro e non due avanti.
    So che sarà pura utopia, ma che almeno qualcuno, o i cittadini Senesi, gli facciano notare che la dignità è anche rendersi conto quando fare un passo indietro.
    Resta sempre inteso che sono i cittadini Senesi che andranno a votare, che nel metro quadrato del seggio potranno decidere della loro ed altrui sorte e che quindi, nel caso in cui scelgano per il peggio, … allora ” mal voluto unn’è mai troppo…” e “… chi è cagion del proprio mal, pianga se stesso…”.
    Bella la nota di “Chany”, la condivido a pieno sia per il contenuto che per l’arguzia…!!!
    Un saluto al “Santo” e… continua cosi…

  5. Vorrei replicare costruttivamente a questa mail di Marco Falorni, che stimo e a cui riconosco un impegno suo e della sua lista civica che negli anni e non solo in campagna elettorale si è sempre fatta sentire con denunce e notizie che non si trovavano nemmeno dopo la pagina delle previsioni del tempo o dell’oroscopo sulle testate cittadine.

    Siamo ridotti male se ci tocca beatificare i ladri della prima repubblica, anche se è vero che almeno c’era un’etica, dato che, perlopiù, rubavano per il partito.
    Ma è anche vero che, almeno fino agli anno 60, sono stati prodotti anche statisti.
    Pochi per la verità, e tutti scomparsi presto.
    Sono rimasti soltanto i tromboni che a 90 e più anni sono sempre seduti sugli scranni.

    I partiti di una volta erano senz’altro migliori degli attuali e le ideologie erano quelle che ti imponevano il rispetto, prima di tutto di te stesso e poi al pari del ruolo che ricoprivi e dei cittadini. Ma erano estremi nelle posizioni; ora invece vanno di moda i moderati, che sono un variegato di tutte le estrazioni socio-politiche con il solo scopo di fare man bassa di tutto.

    I partiti quindi non hanno più nessun senso, sono solo apparati che servono a coprire amici e parenti. Oltretutto se nel 2012 si deve andare oltre le ideologie, come dicono i moderati, e si devono scegliere premier e leader perchè sono le persone a fare la politica, allora è davvero inutile che si nascondano dietro apparati di regime. Meglio che siano più esposti al giudizio, anzichè coperti da altri e da inutili orpelli ideologici. A questo punto allora tanto valeva tenersi il re, visto che il popolo italiano affida i propri esiti al leader che li affabula meglio anzichè al programma più realizzabile o più condivisibile.

    L’antipolitica non è quindi quella fatta dai vari Grillo, ma quella fatta dai partiti attuali che disfano tutto il disfabile e poi urlano contro chi li denuncia. Della politica, nel senso di “amministrazione della cosa pubblica” ce ne sarà sempre bisogno e infatti ritengo un ignavo ad oltranza chi dice “io non voto per nessuno” e si sente la coscienza a posto, perchè non essendoci quorum alle elezioni, anche se votassero solo gli esponenti di partito, basterebbero per eleggere un governo.

    Il popolo ha dunque sempre quello che si merita.

    Le liste civiche in questa fase si sono ridotte quasi solamente ad un altro espediente per rimanere a cavallo cambiandosi la giubba. Non per tutti ovviamente, c’è chi lo fa da anni come Lei con la passione e la voglia che le riconosco, ma chi continua a riciclarsi con nomi diversi e simboli sempre più esotici e non riesce a stare senza politica a me fa pensare che forse, invece che avere come stella polare l’amministrazione della cosa pubblica, abbia qualche egocentrismo poco controllabile.

    Tutto il resto come da copione, ma gradirei davvero che chi si sente in grado di aiutare disinteressatamente i senesi lo facesse come megafono di una schiera di persone nuove che non ha bisogno di soloni per amministrare bene e conteggiare meglio.
    Auspicherei solo più serenità e meno sgambetti, perchè ad incappare nelle forche caudine dei personaggi di regime si fa presto e se ne esce spesso molto delusi.

  6. Se può servire al dibattito (e in risposta a Falorni) trascrivo uno stralcio dell’intervento fatto il 21.9.2008 all’Incontro Nazionale del M5S a Roma, da Mauro Aurigi e Michele Pinassi:

    I partiti di massa (anche quelli estinti da tempo come il partito giacobino), nascono tutti sulla base di principi di grande contenuto morale e ideale per poi degenerare nel più vergognoso dei modi. Perfino il documento di fondazione del partito fascista (Piazza Sansepolcro a Milano, 1919) aveva contenuti avanzati in gran parte ancora oggi accettabili (e comunque ritenuti validi perfino dal Pci dall’esilio francese nel 1936). E perfino la Chiesa (fu subito un partito anch’essa fin dalle origini), che pure su principi morali ha basato la sua esistenza come nessun altro movimento, ha alle spalle una storia terribile e un presente nient’affatto edificante. Ciò dipende dal fatto ineludibile che appena un partito riesce ad affermarsi si scatenano conflitti e congiure interne, spesso senza esclusione di colpi, per conquistarne il controllo. E’ una lotta fratricida in cui immancabilmente prevale o prevalgono i soggetti più avidi, cinici, disinvolti e sleali: nello scontro tra “fratelli” è sempre Caino che uccide Abele (si pensi al confronto tra D’Alema e Occhetto). La selezione interna al partito è quindi sempre una selezione viziosa, mai virtuosa. Il detto che “l’unico politico buono è il politico morto” non è una battuta: da sempre il politico buono a 33 anni, come Lui che pure era anche un politico, finisce crocifisso dai propri “fratelli”.

    Così succede che alla fine il concetto “il partito è lo strumento e lo stato è il fine” si rovescia: il partito (o chi lo controlla) diventa il fine e lo stato diventa lo strumento. Il partito o il sistema dei partiti finiscono così per rappresentare la massima minaccia per la democrazia e per il quieto vivere di una comunità. Ogni partito infatti ha in sé il germe della tirannia, del dispotismo, anche se fa della democrazia la sua bandiera: alla fine esso punta sempre alla sconfitta totale di ogni avversario e alla conquista totalitaria di ogni potere istituzionale. Fenomeni come il bolscevismo, il nazismo e il fascismo non erano la negazione del sistema dei partiti, ma la vittoria di un partito su tutti gli altri portata alle estreme conseguenze. Non c’è partito infatti che si accontenti della conquista del 51% dei voti. Tutti mirano alla conquista di un consenso quanto più possibile vicino al 100%: puntano ossia alla soppressione di ogni altro partito e alla dittatura di fatto di colui o di coloro che del partito vincente hanno conquistato il controllo. Queste sono le uniche ossessioni dei politicanti. Questioni come il bene comune o l’interesse generale, che pure infestano i loro discorsi, sono roba buona solo per l’ingenua, stupida plebe. E’ così che si ricostituisce il sistema feudale della Casta, sconfitto dai liberi Comuni italiani seicento anni prima che lo facessero i Francesi con la loro rivoluzione. Non sarà un caso che i Comuni italiani avessero norme rigorose, ancorché applicate con grande difficoltà (solo la Repubblica di Venezia ci riuscì sempre e bene con le conseguenze che tutti conosciamo), per impedire che i cittadini si dividessero in partiti, perché sapevano che la lotta tra i partiti avrebbe gettato la città nella povertà e che la vittoria di un partito sugli altri avrebbe significato la perdita della libertà. Sia detto per inciso: solo grazie a ciò il Nord Italia ancora oggi è più ricco e evoluto del Meridione, dove le borghesie locali non riuscirono mai a sconfiggere la mafia dei baroni, così come oggi non si riesce a sconfiggere quella moderna fatta, come il feudalesimo medievale, di intrecci strettissimi tra politica, economia e criminalità (la Casta).
    ………(omissis)……
    Le uniche situazioni, per altro rarissime, in cui il partito o i partiti non rappresentano una minaccia prevaricatrice alla pace democratica e al felice evolversi di una comunità o di uno stato, sono quelle in cui il popolo (non è ovviamente il caso dell’Italia) sia riuscito a mantenere saldamente nelle sue mani il potere sovrano, ossia a salvaguardare il principio per cui la volontà non scende dall’alto (dal centro), ma sale dal basso (dalla periferia): lì non sono i governanti che controllano i governati, ma viceversa. In quelle situazioni, in sintesi, la bilancia del potere pende dalla parte del popolo e non dei politici, i quali risultano per lo più anonimi, ossia a noi sconosciuti (vedi Svezia, Svizzera, Olanda e in genere tutti i paesi a cultura protestante, che sono i più avanzati del mondo senza eccezione alcuna).
    …………(omissis e fine))………………….

    PS: Visto che siamo a Siena, andate a vedere l’allegoria del buon governo in Palazzo pubblico con tutti i cittadini disegnati alla stessa altezza e la Concordia (concordia tra i cittadini e quindi esclusione delle divisioni) che ha sulle ginocchia una enorme e minacciosa pialla da falegname, per cui chiunque avesse alzato la testa sugli altri … zac! E uno la testa sopra gli altri la può alzare solo se ha un partito che lo assiste. Ma uno che riesce ad alzarsi sopra gli altri è sempre un despota, e con il despota niente libertà, niente ricchezza, niente cultura. E noi al 90% viviamo (vivevamo) e bene di quello che hanno fatto allora (Monte, Università, Ospedale, Arte/turismo). Loro lo avevano capito (dalla storia di Siena non emerge il nome di un solo politico professionale, solo i cittadini erano al potere), noi no, nonostante tutto quella po’ po’ di storia che abbiamo alle spalle.

  7. ilsanto5 :

    Mauro Aurigi :
    I nomi, per favore, Non ne conosco nessuno, e vorrei congratularmi con loro.

    Guardi Aurigi ne conosco almeno tre che per ora hanno fatto il loro senza sconti. Uno si è ritirato edè VITTORIO STELO, l’atro lo conosce bene è MARIO ASCHERI e poi c’è MARCO FALORNI. Non si può essere d’accordo con loro, ma non gli si può negare il fatto di avere fatto opposizione. Devo citare anche ROMOLO SEMPLICI, che non è mai stato eletto ma negli anni ha sempre lottato contro la CASTA. Poi c’è Lei che come ROMOLO non è mai stato eletto ma non mi pare che abbia fatto sconti a nessuno!!!

    A parte il fatto che tre o quattro è un numero irrisorio, ma questi quattro (forse dovrei escludere il Falorni per la lunga permanenza nell’agone) sono cittadini, non politicanti (un giorno, se capita, spiegherò perché non posso usare il termine “politici”). I politicanti sono soprattutto quelli professionali, ossia di mestiere, ossia mercenari e che quindi di partitocrazia (per quanto detto sopra noon posso usare il termine “politica”) esclusivamente vivono, poi ci sono quelli che vivono la partitocrazia ma formalmente hanno un lavoro, lavoro che però gli deriva direttamente dalla partitocrazia. Poi ci sono quelli che vivono del proprio e la partitocrazia la fanno per pura passione (molto pericolosi anche loro perché sono quasi sempre pasdaran fodamentalisti). Tutti gli altri, compresi quelli da lei citati non sono politicanti, sono cittadini, loro sì fanno la nobile arte della politica.
    Voglio dire, insomma, che siamo d’accordo (c’era solo un problema di terminologia)

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