Riparto dalla rubrica del professore perchè mi da alcuni spunti di riflessione. La commenterò per punti giacchè ritengo più chiara una desamina puntuale.
Cominciamo
Sono molto d’accordo sul titolo, ma non su alcune cose nel corpo del testo.
Con 32% di astensione quasi un terzo degli elettori ha espresso la sua riprovazione per l’offerta politica e, come spesso avviene, non ha fatto troppe distinzioni. Ma tant’è! Del PD parla meglio di ogni altro un comunicato dell’associazione Confronti (PD monaciano, albertesco) elemento portante di Siena cambia che ha consentito la vittoria del Valentini (lui con i suoi è l’unico che può vantare reale soddisfazione, per quanto è possibile in questo psicodramma collettivo). Non perdetevelo:
“Esce sconfitta da queste elezioni la classe dirigente del PD di Siena: Carli e Guicciardini hanno portato il PD cittadino al suo minimo storico, hanno perso oltre 5.200 voti, facendolo precipitare dal 38,5% di appena due anni fa al 25% di oggi. Questi drammatici dati dovrebbero suggerire ai responsabili di questo disastro una seria riflessione sulla necessità di un passo indietro”.
Questo è il primo punto dolente per chi ritiene che la coalizione PD abbia vinto. Di soddisfazione ne dovrebbero provare poca se fossero realisti dal momento che un’associazione federata e riconducibile a Siena Cambia, foriera di voti per il PD, mina fin da subito nelle fondamenta il novello sindaco e la sua giunta. Questa verosimilmente sarà composta da elementi di entrambi gli schieramenti con possibilità di riproposizione di un’imminente crisi di governo al variare degli accordi o delle spinte trasversali interne, dato che mi risulta che gli attori dell’ultima crisi di governo siano sempre tutti ben attivi nei rispettivi loci.
Ma esce sconfitta anche l’opposizione delle 5 stelle, che con la sua rigidità non ha consentito alleanze ed è corsa difilato nel baratro ad onta dei molti che li tiravano per la giacca; senza duttilità non si fa politica: lo sapevano anche prima di Machiavelli! E Beppe Grillo ha fatto un partito, con tutti i problemi che ciò comporta: quando se ne renderanno conto lui e i suoi sarà un bene per tutti.
Su questo punto ho la mia opinione, diversa da questa.
Come già scritto non sempre l’elettorato ha ragione. Molta gente pecca di qualunquismo e disinformazione e soprattutto non sta lì a pensare se la miglior soluzione per tutti sia anche lecitamente la migliore per se stessi. Il problema è culturale. Se si deve trovare una mediazione per non inquinarsi troppo e mantenere le prerogative con però un occhio più attento al risultato elettorale, questa non deve essere quella della duttilità a prescindere ovvero del fine che giustifica i mezzi. Una forza politica seria mantiene le proprie identità, magari allentando rigidità tipo quelle del non avere a che fare con i mezzi di stampa usuali; se poi si ritiene che per arrivare a governare si debbano ingoiare dei rospi inimmaginabili….beh allora forse vanno riviste delle posizioni e degli intenti. Secondo me quest’ottica ci ha portati da una partitocrazia lottizzata tipica delle divisioni degli anni 70 e 80 con i blocchi PCI e DC in cui ognuno diceva la sua ma c’era almeno una logica ed un’ideologia, ad una melma indistinguibile odierna in cui il leit motiv è quello di essere “moderati”, cioè ignavi che non prendono mai una posizione netta, che annacquano ogni principio e che tutto sommato se la cantano e ballano per poi spartirsi quello che c’è (o c’è rimasto)
E sconfitte sono pure le altre opposizioni dalla Vigni al Neri passando per Tucci e Falorni. La purezza di sinistra non ha pagato, la cultura (e la strana imprenditorialità del Corsini) ancor meno, il Pdl è stato una frana, la lista del Neri, che doveva dargli forza con gli interlocutori del gruppo è stata un flop (avviando politici ‘storici’ alla pensione?). I discorsi sul MPS anche giusti non sono stati inseriti in una cornice di governo futuro credibile da raggruppamenti troppo personalizzati.
Tra i due su tre che hanno votato è prevalsa l’idea: meglio affidarci a un’area PD renziana, rinnovata (non indaghiamo quanto, per ora) sul solco della tradizione politica senese, che non a gruppi troppo personali, dall’incerto futuro. Tucci e Falorni non facevano discorsi così diversi ma il secondo era stato ‘infettato’ dalla lunga permanenza nel BC (Baricentro civico o Barnum Circus?).
Le opposizioni sono state sconfitte non c’è dubbio, fin dal momento che non sono riuscite ad offrire una proposta condivisa.
Di nuovo però, chi s’è affidato ad una cordata renziana ritenendo che possa essere vincente da qui ad un periodo medio corto ha fatto male i suoi calcoli secondo me. Primo perchè Renzi ha già dimostrato di essere un “moderato” ad hoc, con i suoi balletti tra Berlusconi, Marchionne, D’alema et alii per cercare un ‘investitura senza esporsi definitivamente ad un progetto o ad un’ambizione ed aspettando che le vicende siano mature per irrompere a tutto campo senza avversari. Non gl’è andata molto bene fin’ora dato che il buon Letta viene osannato, per il momento da tutti, come pontiere tra una gestione gerontocratica odierna del PD a quella rinnovata del domani, attraverso una malleabilità ed una duttilità che ha portato alla nascita del governissimo in perfetto stile 1^ repubblica.
In definitiva ritengo che questo atteggiamento sia meschino e non vincente nel periodo medio perchè non porta risultati veri sulla bilancia economica, politica e sociale. Poi poco m’importa se porta voti nell’immediato, perchè coi voti senza la proposta non ci si fa molto. Ecco, io penso che qualcuno all’interno dell’opposizione le proposte ce le avesse anche e soprattutto proposte da poter mettere in campo senza compromessi. Intendo dire che all’interno di coalizioni come quella del Neri o del Valentini non si possano eseguire scelte radicali senza scontentare questo o quello e quindi rimanendo di fatto immobili, che è la cosa peggiore perchè Siena ha bisogno ora di una difesa ad oltranza e di idee che non guardino in faccia l’interesse particolare.
L’idea del Neri di una Unione civica che vada al di là delle elezioni e raccolga le forze civiche non egemonizzate dal PD è buona ma come perseguirla rifiutando a priori accordi con i naturali alleati per il ballottaggio? Perché un accordo esterno al gruppo suo dev’essere un inciucio e quello interno no? Se facesse vedere anche qualche nome per gli assessorati e la Fondazione, non sarebbe invece il trionfo della trasparenza?
Chi si coalizza col Neri, come col Valentini, adesso accetta di trovarsi in un poutpourrir dove c’è di tutto. In buona sostanza chi si è candidato a sindaco nella prima tornata elettorale perchè non accettava misceloni imbevibili non si può certo coalizzare senza perdere la faccia in maniera irredimibile oltre ad essere l’ennesimo ostaggio di chi comanda davvero.
La situazione è fluida, come lo sarà probabilmente il prossimo Consiglio comunale quale che sia il sindaco (anche se Valentini anch’io lo vedo ormai in discesa verso il 9-10, viste le rigidità a mio avviso ingiustificate del Neri).
Bisogna pensare a qualcosa di nuovo, non c’è dubbio, che non vedo debba escludere anche un colloquio con Siena cambia che può risentire a breve della rifondazione(?)-congresso del PD. Ma non sia un singolo movimento a proporlo (come è avvenuto durante la campagna elettorale, persino per il (grande?) corteo di protesta…).
Gruppi e gruppetti ricordino che il loro fallimento pur avendo astrattamente la maggioranza(!) nasce dalla mancate primarie dell’Alternanza, che mettevano forzatamente d’accordo vari candidati e ne avrebbero fatto emergere altri.
La situazione è fin troppo fluida!
Pensare a qualcosa di nuovo con candidate al consiglio che dicono al papabile sindaco che lui è lì per merito del PD, non mi sembra verosimile. Non mi sembra che ci siano persone che abbiano attitudine alla novità, piuttosto alla restaurazione.
Minnucci era da mesi in tutta evidenza disponibile ed è stato regalato a Valentini, e poi dove mettete Vittorio Stelo, che giustamente non ha perso 5 minuti con questo pasticcio? E il Superavvocato dell’Eretico che da anni fa un buon lavoro per l’opposizione e certe delicate questioni dell’Università intervenendo su Fondazione e MPS ecc.?
Nessuno obbliga nessuno a buttarsi in politica, specialmente quando lo schieramento che si sceglie sia quello con i valori contro i quali si dichiara di combattere. Meglio astenersi. Che “l’opposizione” abbia avuto le idee confuse fin da subito sul come arrivare ad essere incisivi non c’è dubbio, ma parlando con la gente si riesce a capire perfettamente come anche chi si sia schierato nelle varie liste non abbia ben chiaro a chi stia facendo la fronda. A maggior ragion l’elettore comune, che sulle proposte della cosiddetta opposizione non s’è sprecato 5 minuti. Agli incontri a palazzo Patrizi ed ai confronti in tv mi pare che abbia partecipato più o meno sempre la solita gente. Anche la ricerca del leader non mi sembra che sia stata così forte, anche perchè vorrei proprio sapere chi fra i candidati incarnava il leader trascinatore. Ha rivinto solo l’abitudinarietà al voto, perchè per ciò che mi riguarda, avrebbe dovuto comunque comandare il principio di precauzione. Nel senso che se porto la macchina dal meccanico perchè ha una ruota bucata e quando vado a riprenderla trovo la carrozzeria rigata, il motore grippato e le tappezzerie tagliate, non è che la volta successiva gli porto anche quella di mia moglie!!!!
L’Alternativa è stata troppo debole, confusa e faziosa, alimentando così le perplessità e l’astensione. Parta da un esame di coscienza serio, come dovrebbero fare Carli-Guicciardini…Da questi snodi può riparlarsi di ripresa del dibattito e delle prospettive per la città. E’ interesse di tutti avere due schieramenti trasparenti, omogenei, solidali nella salvezza della città, ora inesistenti.
I media possono fare tanto, tantissimo, se si aprono in modo intellligente ai problemi, dando voce ai cittadini, a cominciare da chi ha qualcosa da dire (e dai discriminati dell’era mussariana).
E invece il passo indietro e la riconsiderazione dei propri ruoli non la farà proprio nessuno, perchè tutti i politici in Italia hanno sempre dimostrato che senza una destituzione loro il passo indietro non lo faranno mai. E non si può chiedere trasparenza e solidarietà a forze che hanno dimostrato ogni oltre ragionevole dubbio arrivismo e cinismo. Del resto anche qualcuno dei nominati sopra ha avuto di che rammaricarsi perchè gettato anzitempo in pasto ai media su probabili candidature alla guida della fondazione MPS, e questo la dice lunga anche sulla disponibilità della stampa locale ad avere un atteggiamento costruttivo……
Francesco

tutto giusto, ahimè…grazie!