Libero Contributo – “Il problema si porrà il 18/19 luglio e se non assecondiamo Profumo, rischia di saltare il banco…” Giorgio Finucci

Pubblico questo articolo del Sig. Finucci, candidato tra le fila di ENRICO TUCCI. Lo pubblico, perchè il Signor Finucci scrive quello che pensa e anche se sono d’accordo solo in parte con il suo pensiero, mai mi permetterei di censurarlo…

ricevo e pubblico

Le elezioni sono ormai alle spalle, il consiglio comunale si è insediato stamani e, finalmente, è giunta l’ora  per cercare di capire quali siano i passi da compiere per salvare il binomio banca-fondazione che è assolutamente prioritario per questa città.

Purtroppo la campagna  elettorale, invece che unire, ha sancito ulteriori divisioni fra la collettività, ma mentre noi eravamo intenti a far prevalere le varie idee, qualcuno ha lavorato solo sul tema banca – fondazione ed ha vinto. Dico questo perché penso che ormai non ha più  senso parlare di mantenere il vincolo del 4% perché sarebbe troppo rischioso e non so se possiamo permetterci di correre questo rischio.

Guardate che fino a pochi giorni fa ero dell’avviso che il vincolo andava mantenuto come difesa della senesità del monte, ma a questo punto, sono entrate in gioco le autorità monetarie e poco importa se spontaneamente o dietro richieste di poteri forti. Il problema si porrà il 18/19 luglio e se non assecondiamo Profumo, rischia di saltare il banco: credo che si originerebbe una forte diminuzione del valore del titolo; ricordiamoci che a 0,1287 viene escusso il pegno ed i giochi sono finiti. D’altronde se bocciamo le richieste del management, il problema si porrebbe di nuovo più avanti, perché la banca necessita sicuramente di aumenti di capitale, ovviamente la fondazione non può partecipare e scenderebbe automaticamente sotto la soglia del 33,5% che, nell’attualità, costituisce comunque una percentuale di controllo. Addirittura c’è già un aumento di capitale deliberato ed esercitabile che porterebbe già la fondazione sotto il 33,5% (questo si è stato un grande errore della fondazione, ma quando mai si autorizza un aumento di capitale al buio, senza prelazione per i soci … l’aumento di capitale, quando serve, si delibera e si fa…).

Penso che Valentini ha capito bene queste problematiche ed il suo ondeggiare, un po’ da una parte un po’ dall’altra, lo fa percepire. Nella sostanza vorrebbe astenersi dal prendere una posizione di rottura contro il management della banca. Ha anche detto che questa fondazione non ha autorevolezza per prendere queste decisioni, per cui, secondo me ha capito e vuole prendere tempo per arrivare ad una conclusione condivisa da tutti e messa in atto dalla nuova deputazione amministratrice. E’ giusto che il rapporto col management della banca sia tenuto dalla fondazione e non dal comune. Al comune, insieme agli altri enti nominanti, spetterà l’indirizzo politico ed è in questa sede che dovranno intervenire. In particolare, credo che in questo momento sarebbe opportuno che le forze politiche, tutte insieme, prendessero tempo e si concentrassero sul problema, magari coinvolgendo anche le varie associazioni cittadine che si occupano da sempre di queste problematiche e che molto probabilmente ne sanno di più, riunendo le intelligenze migliori e tutti quelli che possono dare un contributo apprezzabile perché, non mi stancherò mai di ribadirlo, la fondazione non è né di destra né di sinistra, ma è della comunità.

Credo che il management della banca debba partecipare attivamente a questa fase cercando di dare degli input e soprattutto cercando di capire che Siena (leggi fondazione) non può permettersi di essere azzerata. Siccome al momento sembrerebbe che la banca, comunque vadano le cose, troverà una sua strada o pubblica o privata, se non altro perchè è impensabile che il terzo gruppo bancario italiano fallisca in quanto salterebbe tutto il sistema, mi sembrerebbe prioritario mettere in sicurezza la città (fondazione). Per far questo bisogna ripartire dai valori e considerare che ad oggi la partecipazione della Banca vale circa 800 milioni e che il debito è di circa 350 milioni. A mio modo di vedere si aprono due scenari. Col primo bisogna considerare quale potrebbe essere la partecipazione residua dopo aver azzerato il debito ed effettuato gli aumenti di capitale a cui non possiamo certamente partecipare e capire se per la Città i flussi futuri previsti e, soprattutto i tempi necessari per il ritorno ai dividendi siano o meno accettabili. Col secondo si tratterebbe di verificare se non convenga vendere tutta la nostra partecipazione in banca MPS, magari trattenendo una piccola percentuale per esprimere un rappresentante in cda al fine di conservare un minimo di senesità. In questo caso bisogna imporre al management che, una volta tolto il vincolo del 4%, beneficiando del rialzo che dovrebbe conseguire a questa decisione ed anche della cessione di una quota di controllo, proceda a “piazzare” la nostra quota ad un azionista forte o ad un gruppo di azionisti che desiderino rilevare la quota di controllo.

Il primo scenario di cui ho parlato è quello che vorrebbero porre in essere da subito l’accoppiata Profumo-Mancini, il secondo, pur essendo anch’esso pesante per Siena e per chi ancora  pensa alla senesità della banca, costituirebbe una nuova base di partenza per la fondazione che potrebbe fare veramente la fondazione e non quello che ha fatto finora. Se troviamo da vendere potremmo ripartire con una cifra compresa fra 500 milioni ed un miliardo (a seconda di quanto incasseremmo di premio di controllo e fiscalità da beneficiare per le perdite accumulate) e per questa città non sarebbe poco perché permetterebbe di erogare da 10 a 20 milioni l’anno.

Giorgio Finucci cittadino senese

One reply to “Libero Contributo – “Il problema si porrà il 18/19 luglio e se non assecondiamo Profumo, rischia di saltare il banco…” Giorgio Finucci

  1. Bravo Sig. Finucci! Qui la leggo volentieri. A Palazzo Patrizi c’era solo una parte della città e mi sentivo a disagio e come me altri presenti. Dovete cambiare modi e sigle. Quelle sono morte e sepolte! Lo dica in Pietraserena, visto che c’è sempre.
    Santo, mi sembra molto buono l’approccio unitario in un momento come questo.
    Sarebbe molto pressante una mozione unitaria che chiedesse alla Fondazione di chiedere solo il RINVIO sul 4% il 18, perché gruppo in scadenza. Se ricevono dal cons. com. unanime una richiesta del genere, SENZA ulteriori valutazioni, da lasciare ad approfondimenti (ad es. azione di responsabilità) come fa a votare per il 4% il 18 Mancini? Può sfidare ancora una volta la città?
    non mi sembra il tipo né nelle condizioni giuste per farlo.

I commenti sono chiusi.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:
close-alt close collapse comment ellipsis expand gallery heart lock menu next pinned previous reply search share star