La polemica impazza sul web e sui Social Network. Ho letto di tutto e di più sotto riprendo un post di LEONARDO PIZZICHI che ha scritto per facebook e anche uno di Guido Bellini. Mi sono messo a fare un po’ di ricerca on line per vedere se in altri musei fosse stata organizzata una cosa del genere. Francamente non ho trovato niente credo che sia stata la prima volta in Italia di una cosa del genere in ambienti del 1200. Ma posso sbagliarmi. Chi ha notizie di eventi del genere mi faccia il piacere di segnalarmeli grazie…
Leonardo Pizzichi scrive:
Le immagini della Zumba nelle stanze del Santa Maria della Scala sono indubbiamente un po` forti, per chi come me, è cresciuto bevendo alle fontane della nostra città e sporcandosi con la polvere delle nostre piazze (San Francesco). La nostra città è talmente bella che, ogni volta che in qualche modo ne modifichi gli equilibri o le secolari abitudini, percepisci immediatamente un senso di epidermico fastidio. Ma la realtà è che la società, per quanto ostinati possiamo essere, procede nel suo rapidissimo incedere e la regola è di darwiniana memoria: adeguarsi o perire. Credo che a nessuno sfugga che in quelle stanze trova naturale collocazione la mostra di Duccio più che uno stage sportivo, ma la realtà è che se vogliamo davvero valorizzare l’enorme patrimonio culturale della nostra città nn possiamo che adeguarci a quanto le metropoli più moderne ed evolute dell’Europa occidentale hanno già fatto, ovvero modificare i meccanismi sociali di accesso a questi luoghi. Il Santa Maria viene oggi (peraltro giustamente) percepito come una sorta di ambiente sacro il cui accesso deve essere limitato a occasioni speciali e straordinarie. Soluzione che ne tutela indubbiamente fascino e struttura ma che ne determinerà verosimilmente una lenta agonia e la conseguente chiusura. In altre città questi luoghi sono ormai deputati a momenti di socialità che attraverso momenti ludici e di cultura “minore” ne fanno centri di aggregazione e di quotidiana frequentazione da parte dei cittadini, e questo li rendi vivi, divertenti e produttivi in termini economici. La vita cambia e con essa società ritmi e valori, la città ha bisogno di rigenerarsi dentro nuovi criteri di socialità e nel suo stesso modo di essere concepita, è un po’ come se pensassimo di poter vivacizzare i ritmi invernali delle società di contrada con degli entusiasmanti tornei di briscola: l’impressione è che in breve resterebbero chiuse. E quindi per concludere nn so se la Zumba è propriamente la soluzione migliore per i cambiamenti utili ad una nuova e diversa gestione delle nostre secolari cattedrali della cultura, ma ha l’indubbio merito di rompere il meccanismo asfittico che poche prospettive lasciava al futuro. E quindi complimenti assessore per il tuo lavoro, per questa nuova iniziativa sportiva cittadina e per la costanza di amministrare un popolo che nn è propriamente fra i più semplici (Barbicone Docet)
Guido Bellini scrive:
La scelta dello Zumba & Co. al Santa Maria della Scala è criticabilissima (personalmente non ne faccio un dramma ma per i miei gusti preferivo Eataly…) come tutto è migliorabile, ma non tirate fuori che si sciupano i quadri perché è come la cazzata dei decibel per il Capodanno in Piazza…

Sì: sfilata di moda agli Uffizi. Ovviamente con il patrocinio del Comune di Firenze; vi dice nulla? Sarà un caso?
certe logiche ‘barbare’ hanno già fatto strame delle storiche Istituzioni cittadine: MPS, Università…adesso SMS. Non c’è che dire: geni incompresi. Scusate la (nostra) ignoranza.
ma che dici? una sfilata di moda non è una partita di pugilato!
o Bellini, i decibel sono controllati a Firenze, perché qui no?
sai a che livelli si sale con jazz e pop perché vogliono tenere come nelle contrade a tutto regime?
Mi sembra di sognare! Anzi di avere un incubo. Pontificano tutti oggi: imprenditori interessati, pregiudicati, politici revisionisti, accaparratori d’accatto…e quel che è peggio è che la gente gli va anche dietro. Sempre su facebook si fa un gran parlare anche da parte di chi questa iniziativa la loda con parole come “viviamo i nostri patrimoni”, senza rendersi conto che il male non è viverli ma, come sempre, come li vivi!!!
Però sinceramente non credo ci siano cento modi di risolvere la cosa.
Io mi ci sto preparando, almeno mentalmente, così quando arriverà spero di essere preso un po’ meno alla sprovvista….