Un simbolo di una città può essere un monumento, una statua, una persona. Il simbolo per come lo intendo io è un qualcosa che rende grande la città, che la onora, che le fa ricordare le glorie passate, per poter puntare in alto anche nel futuro. Siena è una città piena di simboli, basta pensare alle Contrade, c’è da farci indigestione. Questa città forse ne ha troppi e troppe volte vengono deturpati o peggio vengono dimenticati. L’ultimo sfregio a parer mio di un simbolo importantissimo voluto dai nostri predecessori è l’ormai famoso sorriso di CLET sotto il trigramma di San Bernardino (che rappresenta il nome di Gesù), posto sul palazzo pubblico non a caso (sarebbe bene che chi ci amministra studiasse un po’). Non voglio soffermarmi sulle qualità dell’artista CLET, ma sulla scelta fatta dall’amministrazione, che ha permesso di fare uno SMILE con uno dei simboli più importanti di Siena. Mi sorprende il benestare della SOPRINTENDENZA di SIENA sempre molto attenta. Mi sorprende pure il silenzio del nostro Vescovo, che forse non si è nemmeno accorto del sorriso posto sotto il più famoso IHS della città.
Altra storia è l’accostamento di Santa Caterina da Siena (Patrona d’Italia e d’Europa, dottore della Chiesa) ad Halloween.
Sabato prossimo sarà la festa di Halloween, una festa che è arrivata da noi in questi ultimi anni. Una Contrada ha organizzato (legittimamente) per Halloween un giro in città per i bambini dal nome “Alla ricerca delle ossa di Santa Caterina”, con la possibilità di vestirsi per l’occasione. La prima domanda che mi sorge è: “Ma che ci incastra Santa Caterina con Halloween?”
Una festa anglosassone con origini celtiche, non mi pare che si possa accostare a Santa Caterina, non ci azzecca proprio niente.
Pensate, ci ricordiamo di Santa Caterina da Siena solo per la Festa di Halloween, mentre quest’anno si festeggiava il 45° anniversario della sua proclamazione a Dottore della Chiesa, lo scorso anno si festeggiava il suo 75° anno della sua proclamazione a Patrona d’Italia e nel 2011 il 550° anniversario della sua Canonizzazione. Gli unici che si sono ricordati di queste date sono i Padri Domenicani. Gli altri nemmeno una commemorazione, il Comune poteva dedicargli un Palio, magari su suggerimento del Vescovo.
A Siena siamo anche poco lungimiranti, perché togliendo la religione, potremmo “sfruttare” la Santa in molte maniere. Vi assicuro che è molto amata all’estero, per il suo impegno politico e per il suo spessore storico da cattolici e non. Tranne a Siena è poco apprezzata e quando si parla di Lei se ne parla poco e male. In Basilica vi assicuro che ne ho sentite di cotte e di crude, purtroppo anche da guide nate e cresciute sulle lastre.
Questi sono solo due esempi di quanto i senesi alcune volte, forse solo per distrazione sono poco attenti ai simboli della città. Simboli mi direte voi cristiani in questo caso, che magari non rappresentano tutti. Vero rispondo io, ma comunque simboli della città che devono essere rispettati, proprio perché il Rispetto con la “R” maiuscola sta alla base di tutto altrimenti si va poco lontano.

ma scusa, nell’anno dantesco non era meglio dire “Alla ricerca della Diana”!
per Clet la soluzione c’è: scriverci
SENA VETUS CIVITAS VIRGINIS (con friferimento ai 700 anni della Maestà, anche educativo…)
dal 1 dicembre metterci un dorato:
BUONA NATALE!
chi ne parla con il sindaco? il nuovo segretario del PD? Signora, siabuona, provi…o l’assessore al turismo?