di Pierluigi Piccini

Davvero belle le enunciazioni che si sono rincorse alla tavola rotonda “Sienattrattiva” organizzata da Siena Cambia. Tanto “interessanti” che possono andare bene per tutte le realtà: da un cantone svizzero, all’Amiata, ad esempio. Tanto convincenti che saranno, se inviate, utilizzate anche dal commissario di Roma per gestire il Giubileo. Tutto meravigliosamente condivisibile come non si possono condividere parole come: “Dobbiamo porci obbiettivi a breve, medio e lungo termine sapendo …”, accidenti che capacità programmatoria, che novità, entusiasmante! O come dice il Rettore Riccaboni: “dobbiamo porre Siena al centro del mondo”, però, mica male! O il nuovo direttore della Fondazione Usai, il cui cognome lo condanna sempre ad essere un uomo del passato, ma che si riscatta avendo già capito tutto, beato lui, con queste parole: “dobbiamo sviluppare una progettualità che sia a trecentosessanta gradi”. Personalmente mi accontenterei anche di centoottanta, visto che è passato la metà del mandato amministrativo e di strategico per il rilancio della città non si è visto nulla, salvo le biciclette, ovviamente. Ma se al di là del dobbiamo, ponessimo un semplice quindi. Sul quindi cade l’asino. Per essere credibili i partecipanti al tavolo avrebbero dovuto dirci quali sono i progetti strategici per Siena e lo avrebbe dovuto dire chi ha la responsabilità politico-amministrativa della città. Ma dalla discussione è emersa ancora una volta, ammesso che ce ne fosse stato bisogno, che a mancare è proprio questa: una concreta visione del futuro di Siena. Una concretezza progettuale, capace di selezionare gli interventi, sulla quale attrarre risorse in grado di realizzare i progetti individuati. Senza questo modo di procedere siamo alla fuffa, alla enunciazione per l’enunciazione. Si apre la bocca per dare aria ai denti, ma i denti servono ad altro a mangiare e per mangiare bisogna sapere dove si compra il cibo, chi lo paga e con chi siamo a tavola, solo allora ci nutriamo. Non per ripetere sempre la solita storia, ma il Santa Maria della Scala come si nutre? Mi scuso della prosaicità, ma se dobbiamo giocare alle enunciazioni, annuncio, io ne ho una imbattibile che purtroppo, non è mia, ma di Petrolini: “faremo Siena più bella e più superba che pria”. O prendete questo!