Da qualche giorno a Siena aleggia una certa ironia; forse perchè qualcuno è diventato Sindaco per 608 voti e Don Brunetto si è sentito sollevato ed ha avuto subito bisogno di comunicarlo.
Abbiamo poi avuto lezioni di esperienzialità della nostra selfiewoman che indottrina la sua visione sul modo di fare turismo da far invidia ai tour operator crocieristici.

Pacchetti organizzati e pregustati, testati personalmente prima di essere proposti, partecipati e poi postati.
Un sorriso tra i pici, un brindisi al chianti, e V di vittoria tra le dita con tenuta da podista.
E i monumenti, i musei, le pinacoteche, pieni di vecchiume e polvere, che balle!!!
Meglio chiudere questi luoghi di perdizione, dove il turista potrebbe sentirsi troppo piccolo al confronto con il passato, dove potrebbe spazientirsi alla passione e al tempo perso degli artisti alla ricerca della perfezione e dei particolari, dell’accostamento di materiali antichi e pietraserena.
Dove solo per i colori degli affreschi e i soggetti rischia la depressione, e per i servizi socio-sanitari non ci sono denari; dove potrebbe subire l’illuminazione e riscoprire la grande civiltà di cui dovrebbe sentirsi parte e accorgersi dello scatafascio generale a cui siamo giunti.
Questo è il “Brand Siena” tanto scanzonato.
Ognuno ha il brand che si merita.
Tempismo perfetto alla critica della nostra selfiewoman: difronte alle mancanze sottolinea come ci può essere di peggio, fà spallucce, sorridi un pò, vagheggia come uscita di casa in pantofole, rispondi altro alle domande ma parti con convinzione alle risposte, e se insistono sii autoironica, strizza l’occhio, avvolgi un dito tra una ciocca di capelli e fai una risatina, e sarai libera dall’empasse!
Qualche freddura tanto per divertire i followers: “L’umile spegne la superbia”, “Da noi le cose le facciamo sul serio”, “Arriva la pioggia ed irruente bagna le strade, ma non lava via quanto di bello questa città ci riserva ogni giorno”, e menomale!!!
Rimane solo qualche cacca qua e là, qualche motorino arrugginito o tavolino abbandonato, perché purtroppo per quelli la pioggia non basta.
Un vero e proprio merchandising e una serie di gadget potrebbe essere poi l’ideale.
E perché non unire l’utile al dilettevole:
1) apprendimento esperienziale del prodigarsi alla salvaguardia dei beni comuni cominciando a ripulire con la bisaccia donata come sacchetto di raccolta al turista, che si sentirà così a pieno titolo cittadino della ns città,
2) cazzuola del viandante per riattaccare i calcinacci delle mura qua e là. Si potrebbe anche proporli come souvenir o reperti storici, tanto per l’amministrazione non lo sono,
3) raspetta del visitatore, utile a levar i piccoli orti botanici che gratuitamente possono visitarsi in città, che coprono cartelli stradali e indicazioni, quelle poche che ci sono per i visitatori – su quelle si fa presto – che possono essere portate a casa a gratis, ripiantate e avere un pezzo di Siena sul balcone al posto dei gerani, infine
4) bavaglino del viaggiatore golosone, portato a casa come cimelio, macchie di sugo di cinghiale secche a testimonianza.
Eccola l’esperienzialità tutta, nella sua essenza.
Come non raccontare, o turista,
quando torni a casa,
dai tuoi cari, con i tuoi amici,
di questi bischeri senesi
e il ricordo lo avresti lì
nel cassetto della cucina
tra le tovaglie e le posate
sul tuo terrazzo tra vasi e viole, e
quando vai a far la spesa
ricorda, o turista, la tua bisaccia del pellegrino!
Mara Morini
Sempre pungente la Mara