Prima della consueta Rassegna Stampa due parole sul Palio e i social network.
Non tratto mai volentieri l’argomento Palio sul mio blog, mi pare di confondere il famoso CULO con le QUARANT’ORE e questo lo dovrebbero anche fare quei senesi che utilizzano facebook e altri social, per questioni di Contrada o del Palio. Non è ammissibile che i senesi facciano girare su internet i filmati del dopo palio, non è ammissibile che il Consorzio per la tutela del Palio e anche il Comitato Amici del Palio non facciano sentire il loro dissenso verso questi pseudo contradaioli che fanno solo del male al Palio e alle nostre tradizioni. Alessandro Lorenzini dice: “Come al solito il giorno dopo la Carriera preferirei essere in Corea: niente Facebook.” Io invece preferisco i caraibi e le case costano meno che a Siena, forse per la pensione non sarebbe male!!! PORA SIENA… PORI SENESI
Più Contrada, meno Facebook (e due ps)
Le risse dopo Palio. Quei video in rete che non tutelano la Festa.
Palio: cronaca di una vittoria (e 3 Ps extrapalieschi)
Via libera agli animalisti, i senesi raccolgono i frutti che hanno seminato
Lettera aperta (di Paolo Piochi)
Di seguito ecco qua l’ottimo stipendio del Segretario Generale del Comune di Siena.
In tempi di magra non ce male! Non è vero? Poi nella misura massima…
http://www.antennaradioesse.it/francesco-giusti-querela-gli-animalisti-presenti-alla-manifestazione-a-siena-per-le-offese-rivolte-ai-contradaioli/
Francesco
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Si però il buon fanali si scorda di menzionare la TV, primigenio male, la stessa TV per cui lavora anche lui, appunto discettando di palio. Partendo dalle previsite fino al giubilo e poi al giro. Così chi vuole parlare di contrada ha la falsa idea che lo si possa fare stando comodamente seduti in poltrona a vedere i reportage. Io sono dell’avviso che in primis la TV vada tolta di mezzo. Molti meno animalisti a farsi pubblicità e meno immagini potenzialmente strumentalizzabili da gestire. Perché da una semplice cronaca della corsa anticipata magari dalla visione della passeggiata storica siamo arrivati noi per primi a commercializzare il palio facendo ogni giorno una trasmissione in cui addirittura si elevano ad opinionisti degli esimi individui che nulla hanno da aggiungere a chi in contrada ci va e sa di palio e di cavalli e di monte dalla viva voce dei contradaioli e dei dirigenti. Perché tanto quelli che stanno a casa vuol dire che non sono poi così interessati alla cosa è tutt’al più sono semplicemente audience o clienti per gli inserzionisti di pubblicità
Che dei senesi diffondano immagini controproducenti è pacifico che sia assurdo, basta un po’ di buon senso a capire che è bene non darsi martellate in certi posti…Che invece non se ne possa parlare che ‘in contrada’ mi sembra pretesa ugualmente controproducente: di nuovo proietta un’immagine del palio e di Siena come qualcosa di arcano, primitivo, di chiuso (e il Consorzio agevola), di ‘medievale’ come dicevano quelli dell’Acquacalda del Palio associandolo a cosette ben gravi (il video pervenuto via FB, se ben ricordo, non lo ritrovo). Di silenzi a Siena ce ne sono già stati troppi e per vicende ben gravi!
Invitare ad abbassare i toni, invece, questo sì eccome. Ed è qui che i silenzi istituzionali sono stati inammissibili.
Sindaco e Rettore del Magistrato non hanno o non dovrebbero avere una rappresentanza anche culturale, della città e della festa?
Temo che tutto ciò sia ulteriore sintomo grave della crisi tuttora in corso. E la debolezza della città, il calo del suo prestigio che vengono avvertiti, eccome, da fuori, che si parli nei social o no; Nella pur grande differenza, Siena sconta come Roma un crollo: i turisti non mancano, ma manca l’affidabilità; i due fatti ‘strani’ che hanno colpito le due città negli ultimi giorni non sarebbero stati concepibili in altri tempi.
Il contesto generale, nazionale e locale, è cambiato, e non in meglio.
Perciò non mi convince più neppure la teoria della violenza rituale (e a luglio l’intervento inammissibile del fantino su un collega), salvo che vengano confermati solo cazzotti. Speriamo.
Ma nel complesso ho l’impressione che le preoccupazioni come quelle di Paolo Piochi e di tanti altri abbiano delle basi reali.
Guardiamoci dentro per bene prima di scaricare tutto su facili congiure esterne alla città.
No prof stavolta non sono d’accordo. Sul palio si possono fare trasmissioni che introducano alla sua storia alla cultura ed alle tradizioni, ma non il quotidiano. Anche perché poi chi ce lo mette un freno agli eccessi nel mondo della globalizzazione e del “diritto” alla comunicazione? La perpetuazione della tradizione contradaioli l’hanno data l’isolamento dalle influenze esterne e la tradizione verbale che pur piena di mancanze ma ha costruito tutte quelle regole non scritte che oggi vacillano. Per tutto il resto sono d’accordo ad aprire al mondo ma per questa mi tengo arroccato nel mio feudo…