La Rubrica di Mara Morini – UN DIRETTORE A INTERMITTENZA?

Lo dicevo in tempi già a me sospetti: questo bando per il conferimento dell’incarico di direttore del Santa Maria alla Scala fa acqua da tutte le parti. E’ proprio il caso di dire: “nato male, finito peggio”.

Così come redatto, la figura del direttore si delineava destinata ad essere fumosa e poco chiara in termini di distinzione tra competenze e funzioni dettate da incarico politico e quelle per ruolo amministrativo-gestionale.

Mara non è distratta… Ma distrae!!!
Mara non è distratta… Ma distrae!!!

Da una parte infatti la designazione per nomina da parte del Sindaco, la mancanza di criteri con indicazione dei parametri di valutazione che permettessero un lavoro più trasparente da parte della Commissione di esperti chiamata a scegliere tra una rosa di nomi da presentare all’eccelso espertissimo e la non necessaria costituzione di apposita graduatoria facevano già pensare ad un incarico di natura piuttosto politica. Nel tipico stile con cui si è mossa fin dall’inizio questa Amministrazione.

Il legame con il mandato del primo cittadino mette nero su bianco il rifuggire del confronto con figure indipendenti, che avrebbero potuto far fare plateali figurette ad una Amministrazione di ormai nota incompetenza e magari colpire ancora di più i fianchi già scoperti di coloro che oggi si arroccano in posizioni di potere, sapendo che difficilmente ci saranno altre occasioni di governare la nostra città come le attuali.

A tutte queste considerazioni si aggiunge, ed è notizia ufficiale anche se ancora da scandagliare e verificare, forse voce di corridoio, che il dott. Antonio Calbi, individuato dal Sindaco quale direttore del Santa Maria alla Scala, intenderebbe mantenere il prestigioso incarico di direttore del Teatro di Roma, assumendo quindi entrambe le cariche.

Non ci sarebbe nulla da eccepire se fosse stato indetto un bando alla ricerca di un manager dal profilo privato e non con un rapporto di qualifica dirigenziale ai sensi dell’art. 110, comma 2, del TUEL a tempo determinato, quindi un rapporto alle dirette dipendenze dell’ente locale Comune di Siena, e se la presenza di un direttore non fosse stato presentata come la soluzione di tutti i problemi legati alla gestione del Complesso museale insieme agli altri musei comunali. Forse i “cervelli” di cui si è circondato il Sindaco non lo sanno, ma l’incompatibilità che ne insorge è al 100%.

Comunque, andiamo avanti nel ragionamento: mancando l’indicazione di un mandato part-time per una figura dirigenziale di tal importanza, l’impegno è da intendersi a tempo pieno?

Possibile risolvere una questione così delicata con un impegno a intermittenza?

Si è già scritto che le voci saranno zittite dall’organizzazione e pubblicizzazione di numero 2-3 mostre ad opera dei Laboratori Fiorentini.

Non me ne abbiano a male, ma la questione volge sulla programmazione a medio-lungo termine di un progetto culturale per il Santa Maria alla Scala e gli altri musei cittadini.

Ottima l’interrogazione in Consiglio comunale presentata da Ernesto Campanini di Sinistra per Siena sull’argomento, benché dall’indizione del bando siano passati 4 mesi.

Certo la speranza è sempre l’ultima a morire.

In breve: l’individuazione di un direttore del Santa Maria alla Scala è stata l’ennesima corsa ai ripari per placare le polemiche della cittadinanza sull’assenza di un progetto lineare per il Complesso museale – tela di Penelope di questa amministrazione – rivelando l’ennesima dimostrazione di incompetenza.

Viste le ultime vicissitudini del primo cittadino, forse il dott. Calbi, che indubbiamente porterebbe una ventata di idee e azioni efficaci, accetterà la carica senza avere la certezza di mantenere il suo posto in Capitale?

E qualora rinunciasse potrebbe comparire una graduatoria di merito stilata dal Valentini a cui attingere?

Di essa non parrebbe esserci traccia…ancora.

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