Libero Contributo – Come siamo lontani da una visione corretta delle istituzioni!!!

Passino pure le mani al volto del Valentini al momento della vittoria della Lupa. Il sindaco non dovrebbe tenere tali comportamenti soprattutto in quei momenti; è il primo cittadino di tutti e non di qualche parte. Ma dietro quel gesto si nasconde qualcosa di ancora più grave: interpretare il proprio ruolo non come garante sopra le parti, ma come una parte attiva dello stesso gioco che si sta giocando. Prendiamo altri due episodi uno diretto del Valentini e l’altro indiretto di un suo assessore. Il primo, così si esprime il sindaco:”ad affidare lo stadio e affrontare ogni ipotesi urbanistica solo se si riscontra piena correttezza anche sull’attività sportiva”. Chi ne stabilisce la correttezza quando come nel caso della Robur il Valentini ne è parte attiva? Quale certezza del diritto dà l’amministrazione in materia di urbanistica? Le leggi nazionali e regionali regolano questa materia che non può essere utilizzata a discrezione in base all’amico o al nemico di turno. La seconda è la dichiarazione di oggi fatta dall’assessore allo sport Tafani:”E’ il comune a concedere lo stadio. E nessuno, soprattutto dopo le manovre delle ultime ore intorno alla Robur, dia per scontata la convenzione per il Franchi. Sarà questa amministrazione a decidere il futuro e a chi concedere il campo di gioco e le sue strutture”. Il Tafani fa scopa con le dichiarazioni del Valentini. Solo apparentemente perché c’è qualcosa di ancora più grave, l’assessore allo sport interviene in un momento in cui una società di diritto sta, in base al codice, regolando i suoi rapporti societari. Tale intervento potrebbe essere interpretato come un fatto grave, capace di condizionare il comportamento di chi deve decidere. Allora le cose cambiano e non sono più civilistiche, ma potrebbero acquistare un valore diverso: penale. Del resto di ingerenze condizionanti si parla anche a proposito della stessa promessa di vendita fatta dall’attuale proprietario al presunto acquirente prima della manifestazione di volontà fatta da un terzo. E anche in questo caso c’è del penale? Questa città, i suoi massimi rappresentanti, proprio non la smettono di considerare la cosa pubblica un fatto personale, a pensare che il politico del momento possa essere il padrone delle leggi e dei comportamenti individuali. Non riescono a diventare i garanti di tutti anche dei singoli che pesano, quest’ultimi in termini elettorali, meno dei pacchetti di voto. Come siamo lontani da una visione corretta delle istituzioni. Ma del resto in una realtà come questa senese dove si vota in una sede di partito l’aumento di capitale di una banca e si espellono dei propri consiglieri perché non rispondono alle indicazioni di partito c’è poco da sperare, solo temere per i propri diritti e la propria libertà personale.

Filippo Romagnoli

Dal Sito SUNTO
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