In Via della Sapienza la mia famiglia ha un negozio dal 1962, quindi sono quasi sei decenni che viviamo quotidianamente questa via.
Una Via che prima era molto centrale, con l’autostazione del bus e trafficata da molti senesi. Mio nonno aveva un giornalaio cartoleria, che serviva gli studenti del Sarrocchi e i senesi che in tanti vivevano in città.
Negli anni la mia famiglia si è dovuta adattare, cambiare, rinnovarsi e provare nuove avventure, sempre in quell’angolo, sempre aperti.Nei primi anni 70 con l’avvento di un turismo sempre crescente, da giornalaio il negozio si trasformò in souvenirs e ceramiche, una sfida per quei tempi, anche perchè in città l’unico era MISTER BILL in via di Città e poi successivamente il FALDONI in Piazza che si trasformò da giocattolaio in negozio di ricordi per turisti.
Poi improvvisamente quando il boom del turismo colpì Siena in tanti aprirono negozi simili e in tanti cominciarono a entrare in questo commercio.Via della Sapienza negli anni si è trasformata e non è più la via principale del turismo senese per andare in Piazza del Campo e al Duomo, scelte (giuste e sbagliate delle varie ammnistrazioni l’hanno penalizzata), ma la mia famiglia resiste in quell’angolo di Siena e vi assicuro non è facile, perchè la liberalizzazione delle licenze, la poca serietà dei fornitori e degli altri commercianti hanno standardizzato tutto.
Un appiattimento totale.L’articolo di cui ho preso il titolo, vede la mia famiglia molto in disaccordo con le idee dei nostri vicini, c’è sempre la tendenza di dare la colpa agli altri iniziare una guerra tra poveri o tra ricchi decidete voi! Tra le altre cose quando c’era qualcun altro al governo di Siena e ci penalizzava tutti zitti!Io dico sempre ai miei figli, la differenza la fate voi, quando siete in negozio il sorriso, la battuta non deve mancare mai. Chi fa il commerciante, deve per forza rinnovarsi, avere idee studiare articoli nuovi con gli artigiani, osare e rischiare.
Oggi questo appiattimento totale, fatto di copie del lavoro altrui rende il turista cieco di fronte all’artigianato bello, perchè pur di strappare il cliente si livella tutto in basso.
Ecco io questo da commerciante di un negozio in una delle vie più antiche di Siena non lo concepisco, quindi con tutto il rispetto delle bancarelle, chi ha paura delle cineserie del mercato e di quegli orrori (bancarelle fisse) di fronte alla statua di Santa Caterina in viale dei Mille è uno che punta al cliente medio-basso, non al cliente che fa la differenza.
Chi conpra in bancarella una calamita cinese da un euro, come può apprezzare un piatto fatto a mano da artigiani toscani?Non diventi commerciante o ristoratore solo perchè un giorno ti svegli e decidi di aprire un negozio o un ristorante, lo devi avere nel sangue, devi cercare di essere originale, ma si sa essere originale al mondo d’oggi è difficile e costa fatica, una fatica che dura da quasi 60 anni…
