La Rubrica di Mara Morini – IL SOFISMO SENESE

Mara nell’ombra

Prendo spunto dalle parole del Santo: quale futuro vogliamo dare a questa città? Quali sono i programmi? Quali sono i progetti?

Abbiamo visto poco, molto poco.

Quanto la realtà, amaramente, sta cozzando con ciò che udiamo e leggiamo ogni giorno tramite i più disparati mezzi di comunicazione di cui questa amministrazione, e non solo, si serve.

Quanto riusciamo a distinguere di queste continue informazioni che stimolano il nostro modo di pensare e plasmano le nostre opinioni tra quelle che sono frutto di concretezza e quelle che non lo sono?

Quanto campo stanno prendendo le rappresentazioni di una realtà che appare preda di un delirio di confusione e incompetenze, di attaccamento a poltrone e di onnipotenza nei ruoli?

La disputa sul rapporto tra politica e realtà che ricalca l’antico contrasto tra le due concezioni dell’attenta valutazione del reale e quella della persuasione non è mai stata così attuale nella nostra Città.

E in tutto questo baillame di fuffa si cerca di preannunciare una timida ripresa, prossima ventura, a colpi di turismo, cultura, politiche di smartcity e di sostegno al commercio, a cui non crede nessuno nemmeno coloro che pubblicizzano i benefici rimedi trovati, come se in giunta si stesse facendo una caccia al tesoro delle proposte da mettere sui tavoli di lavoro.

 La discrasia è evidente.

 Da una parte abbiamo la gran parte dei cittadini, delle imprese e dei loro operatori di settore che tentano di non rimanere sotterrati sotto un crollo devastante e dall’altro abbiamo una politica che parla d’altro, che svia le questioni, che trova giustificazioni in uno spettacolo di antinomie.

 Questa amministrazione non compie nemmeno lo sforzo di capire cosa sta succedendo rifiutando i confronti con la cittadinanza e con l’informazione locale e dando accezioni di pessimismo cosmico o negativismo tenace a Tizio o Caio, e poi anche a Sempronio, senza professare mai un mea culpa.

 Tanto meno le vale più rivolgersi allo stratagemma di Schopenahuer, spostando l’attenzione dall’oggetto del contendere al contendente, per avere ragione, rispondendo agli attacchi dei “marrani”, tra i quali si annoverano anche giornalisti e bloggers, definendoli oltraggiosi e grossolani.

 Qui il ricorso allo stratagemma con sangue apparentemente freddo, con calma e con guizzo ironico, distogliendo l’attenzione dalla cosa in questione.

 Perché… “ogni piacere dell’animo e ogni ardore risiedono nell’avere qualcuno, dal confronto con il quale si possa trarre un alto sentimento di sé”.

 Ah vanità! Essa richiede soddisfazioni, e nessuna ferita duole più di quelle che la colpiscono!

 Trattazioni e ritrattazioni, a tutto c’è sempre una risposta più o meno pronta, più o meno scritta ad hoc.

 E’ vero, la situazione generale non è rosea, anzi, e che siamo chiamati a partecipare attivamente come cittadini anch’esso è verissimo, ma non può essere la discolpa di questa amministrazione.

 Non sapendo come fare a risolvere i problemi si mettono in campo polemiche e finti dissidi di partito con la complicità o meno del circuito mediatico.

 La parola e il linguaggio, in generale, e a maggior ragione in un contesto in cui si riconosce l’assenza di fondamenti certi, diventano il potere creatore del tutto e del niente, un potere per cui nulla potrebbe essere impossibile.

 Pensiero che viene seguito a livello nazionale da quella politica che si definisce “rottamatrice”, per renderci poi un mucchietto di mosche.

 La Città è stanca di questo atteggiamento che l’amministrazione senese, come tante altre amministrazioni locali, indottrinate, sta seguendo.

 Non ha rottamato nulla.

Oggi una Mara elegante

 Condanna allo stallo e conduce al tracollo lento e impercettibile oppure al catafascio nell’ebbrezza dell’onnipotente forza innovatrice contro il passato, da cui in verità non può sganciarsi, spesso disconosciuto o distorto.

 Il rischio dell’apatia è dietro l’angolo e la politica del fare-fuffa lo sa bene.

 L’andazzo del “tutto va a ramengo” rende la gente come sonnambula, assente, con lo sguardo fisso verso il nulla perché non trova altro intorno, oppure la costringe all’amaro volontario esilio.

 Ma quanto per noi toscani è duro l’esilio, Dante lo sa bene:

 E ai naviganti ‘ntenerisce il core

Lo dì c’han detto ai dolci amici addio;

…che paia il giorno pianger che si more (Purgatorio, Canto 8, versi 1-6)

E poi i senesi hanno un evento unico il Palio, anzi due non uno, che come i giochi nell’Antica Roma, meravigliosamente dono divino, ci discosta dalla realtà.

Il relativismo con cui questa amministrazione si approccia ai cittadini non deve attecchire.

L’eristica che caratterizza questa stagione “sofistica” della politica mostra a Siena i caratteri decostruttivi dell’abilità di sostenere o confutare, secondo le necessità, le argomentazioni del contraddittorio.

Asserendo che nella sofistica l’uomo è misura di tutte le cose e che la verità assoluta non esiste è pur vero che non sempre la scelta delle parole più utili garantisce di prevalere nello scontro politico.

Saper usare bene il linguaggio nella società della comunicazione di massa significa poter governare e la storia più o meno recente non fa che confermare ciò.

Ma è fondamentale saperlo usare questo linguaggio per evitare il regolare sputtanamento ad ogni intervento pubblico.

E non ci sarà un Gorgia che come per Elena prenderà le difese di questa amministrazione.

 

Mancando le argomentazioni sostenute dai fatti, la dialettica del fuffa non sarà ancora di salvezza.

 

Bisognerebbe che un giorno non lontano ci si risvegliasse senza più la poltrona dove appoggiare il proprio flacido deretano.

 

 

Mara Morini

 

4 replies to “La Rubrica di Mara Morini – IL SOFISMO SENESE

  1. Mara, tu sei da liceo classico! Brava eccome. Io senza tanti paroloni vedo che questi spendono e spandono per portali, comunicazione, marketing, i colonnini elettrici per auto che non ci sono, concerti magnifici per la Francigena (ma non sarebbe da rilanciare la Chigiana?) e la povera gente ha sempre più difficoltà.
    Li mettessero per integrare gli affitti non sarebbe meglio? O per dare pasti caldi? O per sistemare alla meglio le proprietà comunali per la gente sfrattata?
    Falorni, mi da su due colonnine da un lato quanto si pende per la cultura e turismo e dall’altro per il sociale?
    Grazie

  2. Mara, vai troppo sul sottile. Io ho qui le Cose fatte, di cui ha già parlato Falorni. Che dire? Con i soldi nostri buttati via anora una volta qualcosa di utile contro di Loro viene fuori. Se pensate che si buttano varie centinaia di migliaia di euro per la COMUNICAZIONE ECC. andate a vedere per contributi affitti, p. 27: solo 70mila aggiunti al contributo regionale! GRAZIE SIENA, GENEROSA! Per sfrattati 55mila REGIONALI! Per fortuna saranno stati vincolati, altrimenti li metteva nella Francigena o per i suoi concerti? E’ per MOROSITA’ INCOLPEVOLE, quella “colpevole” chi la giudica?
    Andate a “SIENA IN VETRINA”, non una sola voce ha indicazione della spesa. Valeva la pena di farci un librino per avere questa trasparenza. Tanto abbiamo letto che gli Stati della Cu ltura saranno conclusi da Sacco, con quali soldi lo si paga?
    Per Staino so bene che qualche consigliere che chiederà quanto ha reso c’è di sicuro. E’ piaciuta troppo.

  3. A differenza di Mara, per la quale nutro stima e apprezzamento, non avendo le sue doti intellettuali, andrò sul concreto: in questa città, dopo aver distrutto tutto ciò che c’era da distruggere, sono riusciti ad andare oltre. L’unica cosa su cui si poteva lavorare per risorgere, per i giochi sporchi della politica, il turismo, è stato dato in mano all’emblema dell’incapacità e dell’inettitudine. Cari concittadini beccatevi adesso le conseguenze.

    1. Ely di chi stai parlando? Della signorina boria? Detta Selfie-Woman? Un perfetto esempio dello stile Valentini. Sembrano quasi parenti….

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