La Rubrica di Daniele Magrini – Dedica del drappellone, una sfida di Siena. Non un tributo

Daniele Magrini

Il drappellone del Palio del 2 luglio 2011, dedicato ai 150 anni dell'Italia unita

Mai come in questo anno c’è stata una così forte e fertile attenzione alla dedica del drappellone del Palio di agosto. Che una dedica già ce l’ha sempre: è dedicato alla Madonna Assunta. Il resto va inscritto nell’alveo delle citazioni, delle sottolineature affidate alla creatività di un artista, da parte di una committenza – il Comune – consapevole che, comunque, appunto, il tema del drappellone e l’invito a citazioni di contesto sono una cosa, mentre la dedica è un’altra ed è appunto consolidata dalla nostra tradizione, nel nome dell’Assunta ad agosto e della Madonna di Provenzano a luglio.

Ma rimaniamo al tema della dedica, così come da mesi viene attualizzato da una serie di proposte snocciolate sempre con la certezza che rappresentino al meglio il “sentire comune senese”. Si è partiti con il bicentenario della morte di Paolo Mascagni, scienziato senese del ’700, inventore dell’Accademia dei Fisiocritici. Poi si è passati alla perentoria indicazione della celebrazione dei 50 anni dalla morte del Conte Chigi, di cui era già stata celebrata la dipartita con il drappellone del 1985, nel ventennale della morte. Quindi si è arrivati alla proposta della dedica in occasione dell’Expo, evento di portata mondiale, ciclicamente ricordato in altre epoche paliesche. Infine, dato per scontato che probabilmente mi sono perso altre puntate, eccoci alla proposta più bella e suggestiva, quella per i 700anni della Maestà di Simone Martini. Lanciata dal Club Unesco e prima ancora da un gruppo spontaneo nato su Facebook.

Premetto: i drappelloni con dediche che celebrano le morti non mi piacciono e dei tributi agli scomparsi senesi illustri ritengo – personalmente – che ci sia bisogno nell’attualizzarne le gesta nella nostra scialba contemporaneità, più che nelle dediche dei drappelloni. Celebrare una sfida all’arte e alla cultura come lo fu 700 anni fa la Maestà di Simone Martini, significherebbe invece rinnovare una sfida di Siena al mondo. Perchè la dedica del drappellone, o meglio il suo tema, o è una sfida della città, un messaggio al mondo che guarda al presente e al futuro, oppure è solo un ripiegato sfoggio di erudizione nel sottolineare anniversari, personaggi e circostanze del passato.

"Maestà" di Simone Martini

Ma se la sfida di Simone Martini merita attenzione, perchè, allora, non estendere il senso della sfida degli artisti senesi – come suggerisce anche il Club Unesco – al Lorenzetti, anticipatore di tutta evidenza dei temi e dei valori dell’Expo, negli effetti del Buongoverno in campagna. Scrive il Club Unesco: in quel dipinto «c’è la fertile campagna del nostro olio e dei nostri vini, distesa fino al mare, con una visione d’assieme del territorio storico di Siena: che c’è di meglio per preparare una larga attenzione alla mostra sul Lorenzetti che si spera possa coprire tutti i mesi invernali e primaverili prossimi venturi?».

"Effetti del Buongoverno in campagna", Lorenzetti

Dunque, invece che schierarsi sempre pro o contro qualcuno o qualcosa, anziché sventolare la maglietta della propria proposta di dedica, sarebbe bello che nell’anno in cui il mondo viene in Italia per l’Expo, anche attraverso il tema del drappellone di agosto, Siena lanciasse una propria sfida al mondo, per ribadire: i nostri artisti, nel diffondere messaggi di pace e bellezza come la Maestà di Simone Martini o di sereno equilibrio con la natura e con la terra, come la campagna raccontata da Lorenzetti, ci sono arrivati prima di tutti, secoli fa. Prima di tutti gli artisti che andranno in mostra all’Expo (una sessantina di opere solo da Firenze); prima degli intellettuali che dall’Expo ci spiegheranno cose che noi sappiamo da secoli.

3 replies to “La Rubrica di Daniele Magrini – Dedica del drappellone, una sfida di Siena. Non un tributo

  1. Se non erro il Palio di Luglio e’dedicato al culto delle Sacre Particole.L’Expo Milano inizia il primo di Maggio.Quindi che senso ha la dedica per il Palio di Agosto ad un evento iniziato da tre mesi e mezzo?

  2. Concordo con l’analisi che Daniele Magrini fa della cosa.
    Mi permetto di fa notare che questa della dedica del palio, è l’ennesima esternazione del sindaco, che prima è favorevole, poi non lo è più, così come del magistrato delle contrade che poi invece diviene il pensiero del singolo.
    C’era una volta tale Avram Noam Chomsky che tra le tante, espresse alcune regole che potrebbero regolare e influenzare reazioni e comportamenti delle masse.
    Quella applicata costantemente da questa amministrazione nell’arco del mandato, potrebbe essere proprio la numero 1.
    La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare.
    Che magari mentre tutti sono impegnati a cercar dediche si consolidino le basi per metter su davvero il centro commerciale ad Isola d’Arbia?!?!
    Come dice un nostro conoscente….” il bello ha da venì!” ?!

  3. Come ho già scritto nel blog “La Martinella”, è davvero strano che nessuno ricordi che all’inizio del terzo millennio, su invito del presidente mondiale dell’organizzazione, prof. Federico Mayor, la città scelse come simbolo “messaggero nel mondo” la Allegoria della Pace” tratta dagli affreschi sul Buongoverno, in Palazzo Pubblico.
    Il simbolo venne presentato durante le manifestazioni del 2 giugno 2000, in occasione della festa della Repubblica, dal Prefetto di Siena, dalla Prof. Stringa, da una studentessa del Liceo Scientifio “Galilei”, a nome dell’Istituto, ai rappresentanti delle varie istituzioni, dei Sindaci, etc., a tutte le persone che di solito partecipano numerosissime alla manifestazione.
    In seguito, venne presentato a Firenze – Villa Demidoff – ad un pubblico internazionale, assieme ai simboli di altre città, tutti interessanti, ma il poster raffigurante il Buongoverno, bellissimo e particolarmente significativo, suscitò l’ammirazione generale. Venne infatti riportato nella rete mondiale dell’UNESCO nel 2008 con la versione poetica della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Il CD, riportato in un bellissimo poster, nel corso degli anni venne distribuito in migliaia di copie in occasioni di incontri mondiali nella sede dell’UNESCO, e – A TUTTI GLI ASSESSORI E CONSIGLIERI COMUNALI e PROVINCIALI che erano in carica in quel periodo (2008!)nel nostro territorio.
    Su richiesta del club unesco di allora di cui ero responsabile, un totem che riportava l’immagine della Pace venne posizionato nel museo civico, ma durò poco.
    Non posso dilungarmi oltre, ma ricordo tutte le iniziative organizzate dall’Assessore alla Cultura di allora, prof. Flores D’Arcais – per divulgare l’opera del Lorenzetti.
    Il prof. nel corso di un breve incontro mi disse che “non rientrava nel suo mandato interessarsi dell’UNESCO”. Bah, ma neanche di tanti altri, sembra.
    Nel 2005 fummo noi – club unesco e Siena Jazz – a ricordare il DECIMO ANNIVERSARIO dell’inserimento di Siena nella Lista del Patrimonio del mondo, nella Sala delle Lupe, alla presenza di moltissimi giornalisti: SIENA PATRIMONIO DI TUTTI – Siena che indica attraverso un suo affresco QUANTO MAI ATTUALE le vie per la pace. Il Sindaco non presenziò.
    FINALE :
    QUEST’ANNO RICORRE IL 2O° anniversario dell’inserimento della città nella prestigiosa LISTA!!
    Assieme a Siena nel 1995 entrarono nell’elenco : NAPOLI – CRESPI d’ADDA – FERRARA.
    Tutto il resto del discorso lo tengo nei tasti.

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