Che confusione…
Mancava solo che l’assessore volasse nel Québec.
L’idea di un Direttore per il Complesso del Santa Maria alla Scala non sarebbe neppure stata malaccia tempi orsono se non fosse arrivata dopo un’estenuante ricerca della forma giuridica da dare al Museo, su cui la maggioranza non ha saputo trovare un accordo dopo due anni di tiritere tra consigli e commissioni, una candidatura a Capitale europea della Cultura mancata e due affidamenti dei servizi di gestione del S.M.S. che includono anche scelte su programmazione, promozione, organizzazione di eventi, mostre e utilizzo degli spazi, nonché predisposizione di un Piano di Comunicazione ad opera dell’aggiudicatario in raccordo con l’amministrazione comunale, che manda in vacanza molte delle attività di prerogativa interna agli uffici del Comune.

L’affidamento dell’incarico, esperita negativamente, come pare, la procedura di ricerca interna delle competenze e professionalità atte, poteva esserci ma ab initio, siamo a metà mandato e, diciamocelo pure, Brunetto primo cittadino non si sa se arriva al panettone visto il trambusto all’interno della maggioranza e le aspre critiche dell’opposizione che, gioco forza, sarebbe il caso trovassero come punto d’incontro la necessità di far uscire la nostra città da un periodo un pò buio abbandonando gli individualismi di parte.
La figura delineata, la cui presentazione delle domande scadrà il 21 di questo mese, genera non poca confusione su ruoli e compiti sia di natura politica che amministrativa, benché assolutamente lecita ne siano la decisione e la procedura.
Il principio di separazione tra le funzioni politiche e di indirizzo e quelle di gestione amministrativa non viene meno ma appare piuttosto fumoso.
Basta leggere il primo paragrafo del bando alla voce “Incarico – Attribuzioni e obiettivi conferiti” laddove si parla di generali responsabilità gestionali che potremmo dire essere a carico dell’organo esecutivo proprio per la natura del loro essere generali, accompagnate invece da un principio più tecnico come lo sviluppo di un progetto culturale e scientifico.
Il Comune di Siena non è il Ministero dei Beni Culturali che, vista la vastità del patrimonio culturale e artistico italiano, costretto a far fronte a esigenze di specificità di un loco, è tenuto, nel rispetto di razionalizzare risorse e mezzi e di garantire sviluppo e promozione, a considerare di affidare la gestione di un sito o di più siti ad un manager o ad un commissario per esigenze straordinarie.
Qui non si parla di esigenze straordinarie, qui si tratta di mettere in piedi una macchina che già esiste ma che manca di una programmazione chiara per poter funzionare.
Ecco perché si può volare in Canada per qualche mese perché che si sta a fare a Siena se tra poco ci sarà una sorta di “nuovo assessore”.
Anche perchè l’incarico non riguarda il solo Complesso del Santa Maria alla Scala, ma anche la direzione di tutti gli altri Musei comunali, il Museo civico e quello dell’Acqua.
Già la nomina del Vedovelli è tardiva rispetto alla composizione di Giunta in sede di insediamento, con competenze demandate inizialmente, pertanto, al Sindaco.
Apparsa un pò come la corsa ai ripari in occasione della candidatura di Siena a Capitale europea della Cultura 2019 e sfumata, con tanto di siluramento del Prof. Sacco, del Bid Book e del piano B che al suo nome sono stati legati, quasi a fare da capro espiatorio.
Da badare bene che la sconfitta in occasione della candidatura è una tegola sulla testa all’amministrazione comunale non ad un personaggio, tra l’altro, esterno.
Come se allontanato Esso si siano volute allontanare le riflessioni che in merito sono mancate e volutamente.
In ballo ci sono anche prerogative politiche non solo locali, come la piena collaborazione con gli uffici centrali e periferici del MIBACT.
Pertanto la figura non appare come una figura meramente tecnica che assicuri elevati standard qualitativi di gestione, di innovazione e sviluppo tecnologico, didattico e scientifico.
Sarà ben anche una figura di giunzione tra l’amministrazione comunale e il gestore dei servizi del Santa Maria alla Scala, ma per quel che riguarda l’attività di comunicazione, promozione e pubblicizzazione del Complesso Museale nonché le attività divulgative e di rilevanza economica quali mostre, conferenze, convegni, redazione di opuscoli, pubblicazioni e prodotti multimediali che potrebbero essere fonte di reddito per il raggruppamento temporaneo costituito da Opera Laboratori Fiorentini, Itinera Progetti e Ricerche e SD Store Siena e Incoming Liguria, potrebbero non mancare attriti circa competenze e prerogative, soprattutto se legate a introiti per profitto, a meno che la scelta non ricada poi su una figura di reciproco gradimento.
Altra questione aperta sono le competenze dell’attuale dirigente dei servizi museali visto che il Direttore svolgerà anche le funzioni di stazione appaltante.
Insomma se a scritto del bando responsabilità e obiettivi indicati rappresentano un elenco descrittivo e non esaustivo rispetto alle complessive funzioni attribuibili ce n’è già da far venire il mal di capo.
Incarico il cui compenso è a dir poco da capo giro, da far ingrossare la giugulare alle pughe dirigenziali in nome della spending review.
Di non poco conto poi la scelta del procedimento di selezione e di individuazione del candidato oltre che della durata, non oltre i due anni e comunque fino al termine del mandato del Sindaco, che non include neppure i tempi di medio periodo della pubblica amministrazione che si aggirano al triennio: una apposita commissione che, valutati i curricula, non dà luogo ad una graduatoria di merito, ma lascia discrezione nello stipulare un nuovo contratto con altro candidato, e ne sottopone i meritevoli alla valutazione finale del Sindaco.
Si auspica la composizione di una commissione esterna.
Ai ben pensanti sa di incarico/nomina a carattere politico.
Tornando alle tempistiche che già sopra si delineano tardive, è il 7 ottobre alle ore 12:00 la scadenza ultima per la presentazione dei progetti al Bando della Commissione Ue nell’ambito del Programma comunitario Europa creativa 2014-2020 per l’anno 2016 che mette in gioco 35 milioni di euro di risorse a favore della Cultura, la cui durata massima per progetto è di 48 mesi, per promuovere la mobilità transnazionale di artisti e professionisti, rafforzare il pubblico come strumento per stimolare l’interesse nei confronti delle opere culturali e creative europee e promuovere lo sviluppo del patrimonio culturale europeo materiale e immateriale con approcci innovativi.
Non credo che per quella data si riusciranno a formulare progetti finalizzati all’ottenimento dei finanziamenti comunitari, come indicato nel bando tra le attribuzioni.
Non credo che si sia capito la figura che serviva per salvare dal baratro il Santa Maria della Scala. Ammesso che possa esistere una persona che abbia l’accozzaglia di requisii previsti dal bando, sarà sicuramente una persona senza competenze manageriali e di gestione. Serviva un dirigente capace e stanno andando a cercare l’ennesimo professore.
Quanto vogliamo scommettere che si dimostrerà l’ennesimo flop colossale? Scommettiamo?
Mara Morini
però ci-vi costa un 100mila euro il segretario generale 150mila e così via come si fa ad andare avanti così? altroché poco più di 50mila per le bici, è un’inezia, si accontenta di poco il Mancuso, e speriamo non gli vengano altre idee bislacche.