La Rubrica di Mara Morini – SELFIE: LA MODA DEL MOMENTO

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Un selfie di Mara prima della Maratona

Lunedì della scorsa settimana abbiamo affrontato il degrado della comunicazione dell’istituzione cittadina principale, dell’ormai abissale distanza del Palazzo del potere dai cittadini e del difficilmente recuperabile isolamento della politica di governo cittadina.

Abbiamo visto quanto negativamente abbia influito in tutto questo l’abuso dei social network da parte degli Amministratori che, nel loro voler essere social ad ogni costo, hanno rinunciato a socializzare con la città, con i suoi bisogni, con le sue necessità, le sue ferite, le sue difficoltà. Le conseguenze di questo atteggiamento non hanno tardato a manifestarsi, i risultati ancor più deflagranti li dovremo ancora vedere ma, statene certi, non tarderanno a presentare il conto sotto ogni aspetto (dalle dannosissime decisioni sul Palio alla fallimentare politica sul turismo, dalle inesistenti politiche economiche di rilancio della città alla sicurezza mai stata così a rischio, dalla questione sulla mobilità prossima ad esplodere, con l’ultima idiozia sui motorini, alle inesistenti iniziative culturali per la città, ecc…).

E’ lapalissiana la constatazione di quanto la tecnologia abbia modificato la quotidianità della nostra vita. Se fino a qualche anno fa andare a un concerto significava cantare a squarciagola le proprie canzoni preferite, oggi significa postare sul proprio social network preferito le foto di prima, durante e dopo il concerto.

Stesso discorso naturalmente vale per qualsiasi altro momento della vita quotidiana, che un tempo era privata ed oggi è social: facciamo foto e le postiamo su tutto, su un piatto al ristorante o su un qualcosa preparato da noi stessi in cucina a casa, su un gelato, una cena, un vestito, una passeggiata, …

Questo comportamento è così diffuso da far parlare gli esperti di sindrome da selfie, ma di cosa si tratta? Quando si rientra tra i “malati del selfie”?

Secondo uno studio della California State University, le persone più attive sui social media e in particolare propense al selfie, presentano spesso i tratti della personalità narcisistica. In particolare gli esperti californiani hanno potuto riscontrare che chi utilizza di più Facebook per postare selfie e aggiornamenti di status, ha punteggi più alti nei test di misurazione del narcisismo. Un risultato simile è venuto fuori da un’analoga ricerca condotta dall’università del Michigan su Twitter.

Con la diffusione dei social network, si assiste ad una maggiore manifestazione di comportamenti tipici egocentrici, che possono sfociare nell’oversharing, cioè la condivisione su Internet di ogni minimo dettaglio della propria vita privata. Società della solitudine e dell’apparire.

Tali comportamenti si manifestano con una certa tendenza al sentirsi al centro del mondo, con un disperato bisogno di ottenere attenzioni, e siccome l’egocentrismo è un bisogno urgente di attenzione, le persone egocentriche tendono a ignorarlo, ma mirano soltanto a gratificarlo.

Alcuni scienziati della Harvard University hanno tentato di dare una spiegazione biologica a questa fenomenologia comportamentale. Un articolo pubblicato sulla rivista “Proceeding of the National Academy of Sciences” illustra come il 30- 40% delle comunicazioni tra individui vertono su argomenti di tipo personale e la percentuale raggiunge l’80% se trattasi di social network.  È emerso che il comunicare agli altri i propri pensieri, emozioni, riflessioni è correlato fortemente con l’attivazione di aree cerebrali deputate alla percezione di un senso di gratificazione e di piacere. La riflessione degli autori li conduce ad affermare che il piacere di parlare di sé agli altri è simile a quello, definito primario, che è intrinseco al cibo ed al sesso.

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Selfie di Mara sudata dopo la Maratona!!

Dunque, che cosa nasconde un eccessivo egocentrismo? La megalomania, la mania di grandezza accompagnata dalla sensazione di sentirsi (onni)potenti. Diventa un sintomo di qualcos’altro quando il bisogno di esporsi ed esibirsi è incontenibile. E qual’è il lato positivo della condivisione? Parlare di sé su Facebook può far sentire meno soli, oltre che più confortati e alleggeriti, anche se è molto importante cercare di non oltrepassare i limiti della sfera intima.

Il soggetto social-esibizionista è in certi casi consapevole del suo desiderio di sorprendere notevolmente gli altri; talvolta, invece, ha la fantasia che il suo apparire e mostrarsi determini ammirazione. E il passaggio dall’esibizionismo al narcisismo è veramente breve; ciò avviene quando si passa dal bisogno costante di essere ammirati, alla convinzione di essere importanti e alla scarsa capacità di provare empatia.

Quanto abbiamo fino ad adesso velocemente descritto, ci dovrebbe far capire meglio chi sta guidando in questo momento la nostra città.

Sono andata a scuriosare nei profili Facebook di certi politici locali e, senza soprpresa, ho dovuto constatare che questa volta il posto più alto podio per il titolo di “inquietante” è stato meritatamente conquistato dal grande manovratore di Palazzo, il “Denis Verdini di noiattri”, il “Carlo Conti di Catanzaro” (il noto presentatore però usa un lucidante meno vistoso), si, insomma, Selfieman.

Nel fine settimana appena trascorso, il “Quartetto Cetra” dei selfisti di Palazzo, ha inondato Facebook con le fotine sulle loro prodezze sportive, ma il Vice ha veramente battuto tutti: come di consueto si è auto fotografato in ogni momento, in ogni luogo, in ogni posizione. Ha flirtato in ogni istante con l’obbiettivo: il culmine lo ha raggiunto ieri, domenica, quando si è posizionato il cellulare sui “gioielli di famiglia” per auto fotografarsi dal basso verso l’alto, per far vedere che anche lui indossava la pettorina, con bene in evidenza il suo bel numerone. Che grande momento… Ma d’altronde basta scorrere il diario del suo profilo per trovare solamente post dove parla di se stesso, foto di se stesso (in genere primi piani) o articoli di giornale dove si parla di lui e, soprattutto, ci sono foto che lo ritraggono nel suo splendore.

Mara Morini

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