La Rubrica di Mara Morini – IL FORTINO

L’incarico professionale del prof. Sacco fa ancora discutere a mesi dall’affidamento.

Oggetto di interrogazioni e interviste per molti esponenti della vita politica.

La partecipazione del professore Sacco all’attività di questa amministrazione in fondo non può non accendere e riaccendere un dibattito che chiede il perché di fronte alla sua presenza, perché che sicuramente prescinde da professionalità, capacità e competenza che sono insindacabili.

Il professor Sacco è stato riconosciuto, malamente magari (voce di Popolo voce di Dio), come l’ingegnere di un progetto non soltanto non andato a buon fine per la mancata assegnazione della fascia di Capitale europea della Cultura 2019 ma che, soprattutto, non ha avuto un seguito così come era stato proclamato all’indomani della sconfitta con un fantomatico piano B tratto dal Bid Book. Come definirlo “Vuoto”o “Irrealizzabile”?

E l’amministrazione non ha fatto nulla perché non fosse insignito di tale dovuto riconoscimento esaltando il progetto e giustamente sostenendolo.

Poi un periodo di allontanamento, a causa sicuramente delle forti critiche che hanno investito ancor di più un progetto che era stato già in fase di presentazione molto dibattuto, e la mancata partecipazione nell’anno della Capitale italiana della Cultura.

Per poi ritornare con un incarico professionale nel campo della progettazione comunitaria, giustificato come la naturale continuazione del percorso intrapreso anni fa in occasione della Candidatura che ha poco da confrontarsi con i progetti del famoso piano B se consideriamo che è esso non mai stato sviscerato sul tavolo della progettazione.

Se lo stesso Valentini parla di poter presentare al futuro progetti per i programmi Interreg Med e Interreg Europe i cui bandi sono stati aperti da poco, come può questo incarico essere la prosecuzione di quel vecchio progetto?

E poi da quando un Comune può a discrezione del Sindaco affidare incarichi con pausa per poi prenderne la ripresa, è un’azienda privata il Comune?

In cosa poi ha vantaggio concreto il Comune?

In primis sono spesi oltre euro 17.000,00 per una consulenza esterna quando a mia memoria un tempo il Comune di Siena disponeva non solo di un ufficio ad hoc ma addirittura di un assessorato, l’Assessorato alle Politiche Comunitarie.

Di grande e fruibile vantaggio perché si occupava prettamente di progettualità e relazioni comunitarie, in tutti i campi non solo quello culturale e turistico, ma anche di urbanistica e mobilità, ambiente e tecnologie.

Il Valentini di questo ne è a conoscenza?

Se questi fondi erano a disposizione per tali attività perché non spenderli nella formazione di professionalità interne, l’Università di Siena in campo offre Master di primo ordine.

Inoltre non è detto che le energie e le capacità utilizzate nella progettazione e presentazione di un progetto comunitario in sede di valutazione vengano poi premiate, quindi è un’attività che necessariamente deve essere prodotta in house, con un leader in house.

Se di una figura con capacità in campo culturale europeo si era alla ricerca perché allora non attingere dalla graduatoria, se mai ce n’è una, con cui è stato nominato il direttore del Santa Maria alla Scala?

Ma poi quanti fondi per questa Cultura, a me non sembra che le spese per un Assessorato fatasma e affidamenti esterni di ogni genere stiano dando frutti adeguati ai livelli prospettati.

Non si discute il merito del prof. Sacco, sia ben chiaro.

Si discute il metodo attuato da questa amministrazione, e da chi ne è capo, che con gli affidamenti esterni fa fortino.

E per questo personalissimo fortino i cittadini hanno dovuto stringere la cinghia e accettare che anche nella nostra città divaghino il degrado, l’insicurezza e il vandalismo?

È proprio vero: il carrozzone va avanti da sé.

 

Mara Morini

 

 

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