Voglio ancora una volta tornare sull’argomento senesità. Fermo restando il fatto che sono convintissimo che chi si è perso i primi anni di vita da senese difficilmente potrà capire cosa davvero sia la senesità, perché mancano certe emozioni, certi ricordi, certi profumi che nessuno può insegnarti. Detto questo voglio sottolineare che non è che il codice I726 ti da la patente. Dico questo perché ci sono tanti cittadini senesi che per varie cause sono nati all’estero o in altre città, ma hanno sempre vissuto Siena e da sempre l’hanno amata e per colpa di quei tre numeri non possono fare nemmeno il cross dei rioni! Come ci sono esponenti politici, professori che hanno i tre numeri, ma poi alla resa dei conti non hanno fatto il bene di Siena ma solo il proprio. Quindi oltre alla domanda cosa sia la senesità? Credo vada sottolineato il fatto che avere il codice fiscale di “puro senese” non sia uno status che ti fa automaticamente comportare nella maniera adeguata verso la città e le sue istituzioni. Ci sono fior di “senesoni” che hanno venduto la propria senesità per un piatto di lenticchie, mentre ci sono fior di senesi, che non sono nati sulle lastre ma che hanno amato molto di più Siena di quelli appunto con le tre cifre!!! E allora avanti ditemi la vostra sulla senesità, su come è stata tradita dai senesi “puri” in questi 20 anni e come da pochi è stata difesa… Avanti con i commenti…
Omar Calabrese e la «senesità» – Corriere Fiorentino
wiatutti: Senesità, questa sconosciuta
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Io credo che questo discorso non abbia molto senso. Mi spiego. Certo la Senesità è una cosa particolare, unica. Ma potrebbe dire la stessa cosa uno di Matera, lui potrebbe avere la Materità, oppure uno di Agrigento potrebbe decantare la Akragaserità. Io, per una questione di formazione culturale, amo si la mia città e le mie radici, ma non sono convinto che chi non ha il codice fiscale, magari perchè nato a Monteriggioni e magari sempre frequentato la contrada, non possa essere un cittadino d’HOC. Ad esempio: uno che si chiama Aziz, è nato a Siena e vive nel rione, sente tutti i pomeriggi suonare il tamburo, frequenta e vive la contrada con rispetto ma frequenta e vive anche la comunità islamica….ha l’I726 morale o no? boh….
L’hai detto te; molti hanno svenduto la propria appartenenza e, diciamocelo, oggi anche le contrade hanno tratti allarmanti del marciume socio-politico che ha avvolto tutto. Molti anche lì sono pronti ad accettare sempre quel che gli viene proposto dall’alto in nome, magari, dello “sviluppo” ed anche in buona fede, senza rendersi nemmeno conto di quel che fanno. Come è successo per la storia delle visite ai musei. Mi sono reso conto nel dopo assemblea che molti hanno avuto sulle scatole 2 ore di dibattito su questa cosa dicendo che “non si possono passa’ 2 ore a chiacchiera’ dei musei!” e allora quali sono le cose da disquisire? chi si monta e basta? Ma questo è abbastanza “normale” dato che tutto quel che non rappresenta un fattore di divertimento o “sangue” è declassato a “palla” di cui è bene che parlino solo i vecchi di contrada che sono in pensione e non c’hanno da pensare ad altro.
L’appartenenza è nulla senza qualcosa di superiore, come le regole o le usanze, che ne decretino in modo inequivoco i margini. L’appartenenza proviene dalla formazione storica sociale e possiede connotati unici in ogni posto che vai. Il vero dramma di oggi è che nel nome di quel famoso sviluppo si è annacquato tutto, non sono più imprtanti le regole perchè tanto sono solo codici da studiare, semmai, a scuola e tutto sommato, specialmente per chi è riluttante al rimanere nei limiti, è anche meglio così, almeno “fo’ come mi pare!”. Ecco, spesso il “fo’ come mi pare” ha rappresentato un aspetto non marginale di questa città negli ultimi anni? Anche questa è senesità? spero proprio di no…..
Cito un cittadino illustre che ci onoriamo di avere e che conosce siena più del 110% dei suoi abitanti: il Prof. Ascheri. Non è nativo di Siena eppure lo scambierei con il 99% dei senesi che conosco. Ma ce ne sono anche altri.
In sostanza, ma questo sarà un mio limite, io non vorrei mai fare un discorso settario, anche perchè si rischia di restringere troppo il mondo. Dall’I726 si potrebbe passare a quelli del rione, poi a quelli che giocavano in una parte del rione e poi ancora a quelli che abitavano nello stesso condominio. Non c’è fine….anzi si, poi si rischia di rimanere da soli!
Grazie per animare il dibattito
se mi posso permettere io credo che siamo arrivati a questo punto proprio per tutti o per meglio dire molti “I726” che in gergo possono essere definiti “quelli della lastra” o con altre terminologie similari. Ricordo gli anni ruggenti di MPS in tutte le sue forme anche sportive, quell’I726 veniva rappresentato dal sig. X (non faccio i nomi solo perchè uno tra tanti) che su Report in uno dei primi servizi su Siena alla partita al Palasclavo gozzovigliando sciorinava l’adagio che da sempre ha contraddistinto i “I726” e cioè “a siena esistono 3 categorie, quelli in pensione da MPS, quelli a lavoro in MPS e quelli che stanno aspettando l’assunzione da MPS”….. triste verità, qualunquismo!? forse, ma tant’è che in pochi tra gli I726 non rientravano in queste 3 categorie. Quello che è accaduto è stato possibile solo per la dabbenaggine proprio del popolo bue che si credeva tanto ganzo, tanto furbo, e che urinava in testa a mezza (anzi forse a tutta ) Italia credendo che la pacchia fosse durata in eterno…. lo stesso popolo che ora, se ci parli, non si spiega il perchè di tanto accanirsi dall’esterno verso siena (non credo sia difficile arrivarci). Mi perdoni anche (e chi scrive è un contradaiolo) ma si parla di romanticismo nell’indossare la montura, ma non si parla degli “I726” che in ambito contrada fanno il bello e cattivo tempo traendone i loro “vantaggi” (e ci siamo capiti a quale argomento sto parlando…), quegli I726 che caschi il mondo ma l’argomento delle stagioni invernali era (e drammaticamente è) dove monterà gigi il prossimo palio…. E’ proprio questa categoria che in anni passati quando uno si provava a sottolineare le cose che non andavano gli veniva svergato il caro vecchio adagio “chi gode Siena e poi ne dice male…….” dando così il ben servito a qualsiasi scintilla di confronto costruttivo….
Io credo che “i726”, “chi non è di Siena stianti” e tanti altri siano proprio il male di questo posto, perchè rappresentano un’attaccamento perverso alle proprie origini che di per se sarebbe più che giusto, bello e sacrosanto, se non fosse che poi viene condito con una supposta superiorità…
E’ proprio superando il I726 o il 53100 che si può andare avanti, anche perchè sono in molti (troppi) i senesoni DOC che dietro quella sigla prima si sono fatti grassi e ora si sono ricreati una novella verginità….
Io sono uno di quelli che ha lasciato la contrada per queste persone. Grazie del contributo