In questi giorni stiamo leggendo e ascoltando di tutto di più su quello che è stato definito il piano di salvataggio di Bmps. Ognuno porta acqua al suo mulino, pochi si sono soffermati a riflettere sul contenuto delle proposte avanzate; fra questi si annovera senza dubbio Luigi Zingales, noto economista e professore in una delle più prestigiose università statunitensi, che ha scritto un interessante articolo sul “Il Sole 24 ore di domenica 31 luglio 2016.
Ecco i passi salienti dell’articolo:
“Atlante 2 prenderebbe a prestito altri 7 miliardi per comprare i 27 miliardi di sofferenze lorde di Mps ad un prezzo pari a circa un terzo del valore nominale (si parla del 32%), quando Bankitalia per simili sofferenze di Banca Etruria ha utilizzato il 17,6%, poi rivisto al 22,4%.
Anche con la valutazione più generosa di Bankitalia si tratterebbe di un regalo a Mps di 2,6 miliardi, ovvero (0,32-0,224)*27 . Incassato questo vantaggio, Mps sarebbe in grado di raccogliere 5 miliardi di capitale tramite l’emissione di nuove azioni. Il consorzio di collocamento sarebbe già pronto, anche se la data rimane incerta come incerta è la garanzia a fermo.
L’operazione è stata celebrata come “di mercato” e in quanto tale si pensa non incapperà nelle restrizioni agli “aiuti di stato” proibiti dalle regole europee.
Ma cosa significa operazione di mercato? Perché mai dovrebbe essere organizzata da un governo? Può un’operazione “di sistema”, come dichiaratamente è Atlante 2, esser anche “di mercato”? Il sito della Commissione definisce come aiuto di stato «qualsiasi vantaggio conferito in modo selettivo a delle imprese da un’autorità pubblica nazionale». Specifica poi le condizioni perché un’operazione sia considerata aiuto di stato: ci deve essere l’intervento dello Stato, deve esserci un vantaggio conferito in modo selettivo e questo vantaggio deve avere il potenziale di distorcere la competizione e di influenzare l’interscambio tra stati membri.
In questo caso non c’è dubbio che ci sia stato l’intervento dello Stato, e non tanto per la partecipazione della Cassa Depositi e Prestiti, ma per gli incontri diretti che il Presidente del Consiglio ha avuto con i principali investitori, da Oliveti (Presidente dell’Associazione casse di Previdenza) a Donnet , ad di Generali, per finire a Jamie Dimon, ad di JP Morgan.
Ci sono pochi dubbi che in queste riunioni siano stati concessi dei favori in modo selettivo.
Non sussistono dubbi sul fatto che quest’operazione alteri la competizione. Le stesse condizioni non sono state offerte alla Banca Popolare di Vicenza o a – a suo tempo – a Banca Etruria. Alterando in modo selettivo la capacità delle banche di sopravvivere, è probabile che l’intervento alteri lo scambio di servizi bancari tra stati.
Il problema non è specifico di Atlante 2, ma vale per tutte le operazioni cosiddette “di sistema”. La definizione stessa implica una violazione dei principi del mercato, dove gli agenti operano in modo autonomo e in competizione tra loro.
Le operazioni di sistema sono di gran lunga peggiori di un intervento diretto dello stato.
Quando un governo interviene direttamente, almeno deve spiegare agli elettori gli obiettivi, i costi, e i potenziali benefici, pagandone il costo politico.
Nelle operazioni di sistema, invece, né gli obiettivi né i costi sono trasparenti, con il rischio che i costi siano superiori ai benefici e che gli obiettivi invece che sociali (rimettere in moto l’economia), siano personali (la sopravvivenza di un governo).
Il rischio maggiore è che gli obiettivi politici prevalgano su quelli economici. Che senso ha rimandare l’aumento di capitale di Mps? Esiste il rischio concreto che le condizioni di mercato girino o che si scopra che anche i crediti dubbi (altri 19,5 miliardi) valgano meno del 71% del valore facciale a cui sono stati iscritti a bilancio. Ma soprattutto in questi mesi MPS sarà paralizzata e non farà nuovi prestiti, rallentando l’economia.”
Chiudo con il ricordo di un mio carissimo amico che mi ha segnalato come una decina di anni or sono un’ operazione sui crediti deteriorati di Bmps, simile a quella che è stata presentata con enfasi al mercato, predisposta sicuramente con l’ausilio di società di consulenza ben remunerate, era stata preparata da strutture interne alla banca, ripeto da strutture interne alla banca.
Il mio amico non sa o non mi ha voluto dire come mai non fu realizzata l’operazione.
Come diceva Santiyama: non c’è nulla di nuovo sotto il sole tranne il dimenticato.
The best is yet to come
jl
Capisco il senso critico di Zingales, ma non sono d’accordo. Un conto è la moral suasion utilizzata dal governo a difesa del sistema Paese, un conto l’aiuto di Stato che, per legge, imporrebbe che pagassero dazio anche azionisti, obbligazionisti, ecc. Ebbene la moral suasion esercitata dal governo ha favorito la costituzione di strutture private, almeno nel senso previsto dalle legge, e quindi, non si ravvisano gli estremi per l’intervento di Stato. Questo piano ha avuto l’assenzo europeo, pertanto parlare di aiuto pubblico non ha senso, proprio perché l’Europa ha accettato il piano, non riscontrando l’ intervento pubblico, altrimenti non sarebbe stato approvato.
Vorrei anche rilevare, come italiano e senese che sarei molto felice se il piano di salvataggio privato di BMPS potesse concretizzarsi perché permetterebbe alla nostra banca di continuare l’attività senza dover essere assorbita da un altro istituto e questo, per Siena è assolutamente importante, inoltre permetterebbe al sistema Paese di togliere una criticità, contribuendo a migliorare il clima di fiducia dei risparmiatori.
Altro aspetto per capire che di intervento privato si tratta è rappresentato dal fatto che, ad oggi, non è assolutamente certo l’esito, mentre, ovviamente, se ci fosse un intervento pubblico, saremmo già certi dell’esito.
A Siena, ora, bisogna tutti incrociare le dita e sperare che tutti i tasselli necessari al piano predisposto per BMPS vadano a posto. Non gioverebbe a nessuno se qualcosa si mettesse di traverso e non fosse possibile resuscitare la banca. Possibile che ancora in molti non lo capiscano?