La Rubrica della Cooltura – Luisa Abbruzzese Presenta: “Ricordi di Donna”

 

Dal 4 Novembre al 18 Novembre 2016

Presso Hotel Minerva, Siena

Luisa Abbruzzese dipinge le immagini riflesse nell’inconscio, ricordi e sensazioni sono rappresentati nella figura, nelle immagini ritratte o del passato, o immagini di sé stessa.

BREVE SPIEGAZIONE SULLE OPERE PRESENTATE

La Bella Addormentata-Sirena malinconica

Importante è la posa: la modella come soggetto è l’imitazione personale, esprime il sentimento dell’artista. L’immagine sdraiata su un fianco rappresenta l’arrendevolezza, la malinconia, la solitudine e il sogno. Da donna prende le sembianze di una sirena. Non è più umana, è l’immagine sognata, la liberazione e la fuga dalla realtà.

L’Attesa

La posa esprime staticità, solitudine, indecisione, paura di affrontare un cambiamento radicale, tranquillità, senso di vuoto, desiderio di novità, attesa.

Nell’Attesa l’immagine è passiva: le rotondità del corpo assicurano la pesantezza, la fermezza, l’immagine riflette sé stessa che aspetta lo sviluppo degli eventi, senza forzare la realtà.

L’opera rivela una grande incapacità dell’Artista di decidere della propria vita, ossia indecisione su dove collocarsi: Piemonte o Toscana.

Sta arrivando qualcosa di bello…

Come tutte le figure dipinte anche questa è idealizzata.

La posa è civettuola, esprime apertura al cambiamento.

Donna spogliata che sdrammatizza le pose precedenti.

Il volto è sereno, l’immagine è propiziatoria.

Figura gioiosa, avvolta in uno sfondo particolare, indice di cambiamento, evoluzione di eventi positivi. Il sole sullo sfondo, ripetuto per tre volte indica i passaggi che portano al cambiamento e la donna del dipinto si trova sdraiata tra cielo e terra.

E’ senza dubbio migliore il periodo di vita dell’Artista, al tempo stesso spensierato.

Donna al sole con costume da bagno

Posa rigida, mascolina, molto grintosa, che rivela uno spirito audace e battagliero.

Provocazione

Donna in sottoveste, ritratto caricatura, molto naif, donna provocante e sicura di sé.

Iuria

Ritratto di un’amica vera con il cuore grande, donna vissuta, con esperienze atroci che l’hanno turbata per sempre.

Amiche- Nemiche

Due conoscenti del passato, rappresentano il sentimento femminile.

Volti sereni con personalità duplice.

Le due donne sono sinonimo di ipocrisia, falsità, gelosia, arrivismo, malelingue.

Sensuality

Ritratto di un’amica, l’apparenza felice e sensuale in realtà nasconde l’animo turbato della modella.

Pensieri

Tristi pensieri sono racchiusi in questo dipinto: sinonimo di tristezza, solitudine, incapacità di agire, rinuncia, aspettative deluse.

Le due donne sono immagini staccate tra di loro, ognuna guarda nella propria direzione, riflettono l’anima della pittrice, alla ricerca di un posto sociale.

Luisa Abbruzzese nasce a Siena nel 1965. Fin da bambina, dimostra molta sensibilità al disegno e al colore, iniziando precocemente a praticare le arti pittoriche. Frequenta l’Istituto d’Arte Duccio di Boninsegna di Siena, studiando disegno e pittura, ma anche decorazione e ben presto comincia a inserire sulle sue tele materiali quali stoffe colorate e variopinte, che rispecchiano e si accostano molto al suo mondo interiore. Diventa maestro d’arte e nasce in lei l’interesse per lo studio del gioiello e l’utilizzo del tornio per creare piccole sculture: inizia così a frequentare alcune botteghe artigiane di oreficeria. Tra il 1986 e il 1989 si stabilisce in Piemonte, vicino alla famiglia di origine: qui, intendendo proseguire e coltivare la sua vocazione, si iscrive alla scuola di Stilismo e figurinista di moda di Asti. Luisa Abbruzzese si diploma a Milano sei anni dopo e inizia a lavorare come modellista presso alcune ditte. Dopo aver abbandonato il mondo della moda, che non le permette di esprimere appieno se stessa, si trasferisce a Torino, città in cui trova finalmente la sua dimensione: qui frequenta l’Accademia di belle arti, nella sezione di decorazione pittorica. Negli anni dell’Accademia, Luisa Abbruzzese si dedica alla pittura su tutte le superfici, disegnando dal vero e ispirandosi ai pittori espressionisti e fauves, ritrovando in questi il senso della sua vita. I dipinti a olio di quegli anni infatti, ricordano molto Nolde, Gauguin e Matisse come libera espressione del colore, Van Gogh per i toni vivaci, il contrasto cromatico, l’uso dei colori complementari e la linea sintetica del disegno. Dipinge anche paesaggi di invenzione: questi sono ben distanti dalla realtà per l’utilizzo particolare del colore che accosta cieli viola alla natura arancione. Anche la figura umana non è mai interpretata seguendo gli schemi del disegno anatomico, ma è stilizzata e dettata dalla fantasia. In certe immagini traspare molta solitudine e desiderio di conoscere più a fondo se stessa, anche nella propria fisicità.

A Torino, Luisa Abbruzzese dipinge quotidianamente, osservando anche la bellezza della città stessa, restandone affascinata. Durante i sette anni di vita a Torino, essa si rifugia completamente nell’arte, esprimendosi liberamente: in questa fase le sue opere rispecchiano del tutto il suo modo di vivere, le sue sensazioni e la continua ricerca della propria interiorità. Dopo il conseguimento del diploma all’Accademia nel 2000, Luisa dipinge solo per se stessa, partecipando poco attivamente alle mostre in città. Solo nel 2002 e nel 2003 espone a Torino alcune sue opere a olio, al Caffè degli Artisti e al Caffè Rapalino. Successivamente espone presso il Castello di Rivoli in occasione della mostra di artisti emergenti dell’Accademia Albertina.

Nel 2003 torna a Siena dove sperimenta la pittura su vetro e su ceramica con l’uso di smalti a freddo, accantonando la pittura a olio. Il valore di questa viene riscoperta solo più tardi, con un’intenzione più matura: dopo alcuni anni di silenzio, Luisa Abbruzzese ritrova il piacere di dipingere, rispolverando la memoria degli impressionisti ma scegliendo una pittura più morbida e un’espressione più romantica e sognante. Un nuovo mondo ancora inesplorato che riesce a distoglierla sempre più dal quotidiano: la pittura come evasione, come modo per osservare ancora più a fondo dentro se stessa e come piacere mentale e fisico che guarda all’interiorità e all’armonia di Berthe Morisot, Puvis de Chavannes e Gustave Courbet.

Martina Marolda

Un'opera di Luisa Abbruzzese
Un’opera di Luisa Abbruzzese

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:
close-alt close collapse comment ellipsis expand gallery heart lock menu next pinned previous reply search share star