Il programma de LA7 Bersaglio Mobile di ieri sera (24 Gennaio 2017), ha detto cose scontate per chi se ne occupa da anni.
Al di fuori dei familiari, di cui è comprensibile la richiesta di verità a cui mi associo, gli altri intervistati tranne il blogger L’Eretico mi fanno veramente infuriare.
Taddei dice che siamo arrivati sull’orlo del baratro cittadino, senza avere segnali evidenti.
L’uomo non si ricorda forse che tanti erano invece preoccupati per come era stata gestita la questione ANTONVENETA.
Le Liste civiche organizzarono un incontro pubblico con Paolo Barrai che spiegò molto bene i rischi a cui andavamo incontro (clicca e guarda). Ma allora chi si opponeva era tacciato di essere un bastian contrario un profeta di sventura, come ci chiamava allora il BISI (il capo del Gran Oriente d’Italia) (clicca e guarda).
Il Bisi che difende il Groviglio armonioso mi fa veramente (bip!), un sistema che ha si, forse, fatto crescere la città, ma ha bloccato la libertà di pensiero ha infettato anche la parte più intima della città le Contrade.
E’ quindi inutile che molti oggi su Facebook molti senesi facciano gli offesi, è la verità!!!
Tutti direttamente o indirettamente abbiamo beneficiato dei soldi della FONDAZIONE. In quelli anni le Contrade hanno potuto rinnovare le monture di Piazza grazie ai soldi della FONDAZIONE, in quegli anni la maggior parte dei senesi amavano salutare BEPPE perché era il potente di turno e li faceva godere inondando la città di soldi, il suo cavallo ha vinto il Palio per la mia contrada, Mussari sembrava un profeta. Era un sistema ben costruito per soggiogare i senesi con tre semplici cose care a tutti noi PALIO-MENS SANA- ROBUR.
Con questo non voglio però anche io cadere nella tegamata di chi dice che la colpa di tutto ciò è di tutti, quindi di nessuno.
Le colpe hanno dei nomi ben precisi, uno di questi è ROSSI, che aveva come detto dall’ERETICO un enorme potere in città. Lui ha pagato a mio avviso un prezzo troppo caro, ma gli altri ora si nascondono dietro la massa, consapevoli che qualcuno li sta coprendo con la fandonia di: TUTTI COLPEVOLI NESSUNO COLPEVOLE!
Certo anche il popolo senese ha colpa ed è bene che faccia autocritica, troppo facile ora fare gli offesi, leggo post di giornalisti che all’epoca scrivevano il dettato invece di fare il proprio lavoro, in cui si sentono offesi per la trasmissione.
Vorrei chiedere a chi dice che non si può colpevolizzare una città per quello che è successo: Cosa hai fatto in quegli anni per evitate tutto ciò?
Stendo un velo pietoso sull’intervento del Sindaco DON BRUNETTO VALENTINI, un uomo che pare calato da Marte, un uomo però giusto per il PD senese che ha bisogno di facce come Lui per cambiare il passato. Avrete la possibilità probabilmente di rivotarlo, fatelo, non indugiate!!!
Tirando fuori le conclusioni della trasmissione, traspare una città mafiosa in stile massonico, in cui tutti sapevano ma nessuno (tranne pochi) si opponeva, una città piena di soldi, dormiente che si risveglia per il PALIO e per il campionato, dove tutto andava bene perché c’erano i soldi della FONDAZIONE che coprivano anche le spese ordinarie del bilancio (questione di cui mi sono occupato su questo blog). Una città che aveva più circoli culturali di FIRENZE, nati solo ed esclusivamente per le erogazioni della FONDAZIONE, che elargiva, senza verificare poi se i progetti venivano realizzati (vecchia battaglia di Mario Ascheri). Una città che ora si è svegliata e che non sa reagire, perché è prigioniera dei un passato difficile da dimenticare. Una città feudo del Partito Democratico (la scelta di Padoan lo dimostra), in cui i vassalli del potere romano sono sempre in sella sperando nella corta memoria dei cittadini senesi che hanno consumato tutto il coraggio e l’onore a MONTAPERTI, che dire solo due parole PORA SIENA!!!
Chi si fosse perso la puntata la può guardare qui (clicca e pentiti)
grazie, Federico! su facebook ho messo qualche considerazione …non ottimista
Concordo pienamente. Solo un appunto:la città non si è svegliata ma dorme ancora nella convinzione che nulla sia cambiato
A me è sembrata una dignitosa introduzione al caso Siena, destinata ad un pubblico ampio. E’ come una griglia che raccoglie un insieme di elementi, ciascuno dei quali si presterebbe ad essere precisato con ulteriori narrazioni. Ma è soprattutto a Siena che spetterebbe il compito di aprire lo scrigno della memoria, con la ricomposizione dei tanti pezzi che rischiano di andare perduti,