La Rubrica della COOL-TURA – Ma di che cultura sta parlando DON BRUNETTO?

Riprendiamo una rubrica vecchia, che avrà nuova vita con un collaboratore d’eccezione THE BLACK OWL… Buona Lettura

In seguito alla recente pubblicazione dell’apologia del Sindaco Bruno Valentini, notando come sempre un univoco sentimento atto unicamente all’autocelebrazione politica, mi sono sentito di scrivere due righe, sincere, sentite e spontanee riguardo a ciò che viene detto (come sempre) nei riguardi della cultura a Siena.

rxU7GiSnPremessa: il comune è povero di risorse, sul bilancio di certo hanno molto peso (sempre in ambito culturale) le scelte delle vecchie amministrazioni di accollarsi stipendi di una istituzione musicale privata (circa 1.000.000 euro) che in una logica amministrativa non dovrebbero spettare al comune. Infatti un ente parificato se risponde in tutto e per tutto allo stato (programmi, scelte dei docenti ecc. ecc.) dovrebbe essere finanziato nella parte ordinaria dallo stato e poi aiutato nella parte straordinaria dal comune.
Attenzione: secondo me la cultura va finanziata da parte del comune ( a Siena esistono ben 2 istituti parificati di alta formazione musicale su 25 in Italia, non mi pare cosa da poco) come accade in qualsiasi parte del mondo la cultura di alto livello non è MAI autosufficiente, come non lo è l’università tranne nei casi in cui essa sia privata, ma con il rovescio della medaglia di avere rette annuali a 5 cifre.

Detto ciò, come prima argomentazione, il primo cittadino, asserisce di non aver ceduto ai privati la cultura, cercando di fatto di usare le parole per rigirare il discorso.

Asserisce inoltre: “Cerchiamo invece collaborazioni pubblico – privato per sopperire alla mancanza delle risorse della Fondazione “ cosa che è vera, tranne per il fatto che a fronte di un forte apporto da parte dei privati c’è un assente o quasi assente ritorno da parte del comune in termini economici in primis, in termini burocratici come seconda cosa.
Infatti il più delle volte le collaborazioni si tramutano in tu fai tutto, io ci metto la Balzana.
Ci si dimentica che ad oggi il comune di Siena impartisce norme strettissime ed assolutamente lontane dalla legislazione italiana in termini di organizzazioni di eventi su suolo pubblico e privato, ci si dimentica che spesso il rilascio dei permessi è soggetto ad una valutazione politica prima che di una reale e coscienziosa verifica della validità di un progetto, ci si dimentica che il calendario Natalizio di eventi, sponsorizzato come farina del sacco del comune di Siena, in realtà è una raccolta dati (abbastanza sommaria aggiungo) degli eventi che in ogni caso si sarebbero tenuti in occasione del periodo natalizio. E cosa è questo se non “cedere” la cultura ai privati? Intendo in un senso ancor più basso del farlo per mero interesse, visto che lo si fa per “togliersi” un problema, purché tutto venga fatto gratis o quasi.
Ci siamo già scordati della prima estate senese affidata ad un noto (per le sue trascorse vicende) organizzatore incapace e finita sui giornali come scandalo? Ci siamo già scordati della vacuità del programma di candidatura alla capitale europea della cultura? Ad oggi cosa rimane di essa? Qualche concertino, qualche “mostrina”, qualche maglietta con il logo 2019 e cos’altro??? Questo a parer mio è proprio “cedere” la cultura ai privati, poco importa se legalmente ed istituzionalmente ci sia il comune di mezzo, la realtà che non si può negare è che non sia così !!! E a me dispiace scrivere queste cose, perché in questo comune sono nato ed ho messo le mie radici artistiche, ma è triste leggere e vedere una classe politica che va avanti nonostante i tremendi errori che commette, tutto pur di darsi ragione e senza stare a sentire i sempre più copiosi avvertimenti degli addetti al settore.
Altra menzione merita il discorso “Paradossalmente facciamo più programmazione oggi di quando c’era Vernice Srl, società strumentale della Fondazione, che dettava la propria agenda.  “.
e poi “ per la prima volta il Santa Maria della Scala è aperto senza i contribuiti della Fondazione e della Regione…
Intanto, come si nota, per il Sindaco è meglio tenere aperto un museo per far vedere quanto siamo bravi, piuttosto che lo si faccia funzionare culturalmente (basti controllare spesa in rapporto agli ingressi per capire che non è affatto in salvo il SMS). In soldoni è come voler cambiare un paio di scarpe: che importa se sono di cartone e ti si bucheranno in un mese, l’importante è avere un paio di scarpe nuove e far vedere che non ci manca nulla. Ora mentre in altri ambiti (in primis quello sportivo) questa relazione può anche essere accettabile, assolutamente non si può fare in ambito culturale. La cultura infatti può essere solo di qualità, altrimenti si chiama Hobby, si chiama ciarlataneria, si chiama grafica, si chiama in ogni caso in un modo differente. Lo stesso lo si deve applicare al fatto di fare tanti eventi invece di fare dei buoni eventi, degli eventi che siano locomotiva di una vita culturale cittadina e che abbiano un ampia e lunga programmazione: sciorinare numeri senza inserirli in un contesto era tipico del Berlusconismo. Fare tanto per fare, questa è la realtà. Fare per dire di averlo fatto, questa è l’intenzione e a me, uomo di cultura, con il dovuto rispetto, non va affatto bene.
Chiudo dicendo che siamo stanchi inoltre di tavoli dove confrontarci e non programmare nulla se non la prosopopea propagandistica del comune: che il “leader” faccia il suo lavoro prendendosi le proprie responsabilità senza tanti discorsi, perché ci può pure stare di non riuscire a far bene e sarebbe proprio di uomini di morale ferrea ammetterlo e farci i conti.

The Black Owl

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